Il presidente dell’Ordine degli avvocati Ermanno Baldassarre, interviene sulla lettera del giovane praticante avvocato pubblicata da Bergamonews (LEGGI QUI) con la quale il ragazzo aveva denunciato la situazione spiacevole che lo ha costretto, dopo mille sacrifici, ad abbandonare la pratica forense.
Gentilissima Direttrice,
ho letto con attenzione la lettera del giovane praticante – già pervenuta, firmata, all’Ordine – scritta con competenza formale e con ampi e apprezzabili riferimenti culturali.
Come ho avuto modo di dire su queste colonne, non posso che ribadire la necessità del corretto svolgimento della pratica forense ed in particolare che il ruolo del praticante non può in alcun modo essere quello di esecutore di mere funzioni di segreteria.
Ricordo ancora che sia la legge professionale che il Codice deontologico forense prevedono il dovere di corrispondere il rimborso delle spese e, decorso il primo semestre, la possibilità di riconoscere un’indennità o un compenso per l’attività svolta.
Il lavoro del praticante è certamente impegnativo, anche perché il giovane ha tutto l’interesse ad apprendere al meglio la professione, ma tale impegno trova il suo limite nel dovuto rispetto della dignità della persona e delle norme deontologiche.
Mi spiace quindi dover leggere simili doglianze e certamente il praticante verrà convocato avendo, come dicevo, firmato la lettera.
Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.
Ermanno Baldassarre
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