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Chiesa

Papa Francesco: “chi sfrutta i dipendenti è una sanguisuga”

«Chi sfrutta i dipendenti è una sanguisuga». Parola di Papa Francesco nell’omelia della Messa di giovedì 19 maggio 2016 a Santa Marta. Prende spunto dalle letture della Parola di Dio: «Accade questo: “Voglio lavorare”. “Ti fanno un contratto da settembre a giugno”.

«Chi sfrutta i dipendenti è una sanguisuga». Parola di Papa Francesco nell’omelia della Messa di giovedì 19 maggio 2016 a Santa Marta. Prende spunto dalle letture della Parola di Dio: «Accade questo: “Voglio lavorare”.

“Ti fanno un contratto da settembre a giugno”. Senza pensione e vacanze. A giugno lo sospendono e luglio e agosto deve mangiare aria. A settembre te lo ridanno. Affamare la gente con il lavoro per il mio profitto, vivere del sangue della gente: questo è peccato mortale». Chi si comporta così è una «sanguisuga».

La lettera di San Giacomo è un monito ai ricchi che accumulano possessi sfruttando la gente in difficoltà: «Le ricchezze sono buone ma sono relative, non sono una cosa assoluta». Sono in errore coloro che seguono la «teologia della prosperità» – tanto cara al mondo protestante nordamericano – per cui «il Signore ti fa vedere che tu sei giusto se ti dà tante ricchezze».

Seguendo il Vangelo, invece, Bergoglio invita a non vincolare il cuore ai possedimenti, perché «non si può servire Dio e le ricchezze». La brama di possesso può divenire «catena che toglie la libertà di seguire Gesù. Dice San Giacomo: il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre e che voi non avete pagato grida alle orecchie del Signore».
Non solo.

«Quando le ricchezze si fanno con lo sfruttamento, quei ricchi sfruttano il lavoro della gente e quella povera gente diviene schiava. Avviene in tutto il mondo». Riferisce il racconto di una ragazza che aveva trovato un lavoro da 11 ore al giorno a 650 euro in nero. «Le hanno detto: “Se ti piace, prendilo; se no, vattene. Ce ne sono altri”. L’apostolo Giacomo dice: “Vi siete ingrassati per il giorno della strage”. Il sangue di questa gente che avete succhiato grida al Signore, è un grido di giustizia. Lo sfruttamento della gente è una vera schiavitù. Pensavamo che gli schiavi non esistessero più, invece esistono: è nelle nostre città. Chi sfrutta un lavoratore è peggio del ricco epulone: non si accorgeva che fuori dalla porta di casa c’è qualcuno che ha fame e lascia che l’altro muoia di fame. Affamare la gente con il lavoro per il mio profitto è peggio».

Francesco ricorda spesso l’insegnamento della nonna paterna, Rosa Vassallo Bergoglio: «La tunica da morto è senza tasche», cioè nell’aldilà non portiamo niente. Questo è vero per tutti, anche per chi non crede nell’aldilà. Dunque, è bene riflettere sul «dramma dello sfruttamento della gente, il sangue di questa gente che diventa schiava, i trafficanti di gente e non solo quelli che trafficano le prostitute e i bambini per il lavoro minorile, ma quel traffico più civilizzato: “Io ti pago fino a qua, senza vacanze, senza assicurazione sanitaria, tutto in nero. E io divento ricco”».
Nell’intervista al quotidiano cattolico francese «La Croix», pubblicata lunedì 16 maggio 2016, Papa Francesco mette in discussione l’approccio degli ultimi decenni ai problemi internazionali e parla di guerra, traffico di armi, modello economico.

«Se ci sono guerre è perché ci sono fabbricanti e soprattutto trafficanti di armi. Se c’è così tanta disoccupazione, è per mancanza di investimenti capaci di portare il lavoro di cui l’Africa ha bisogno». Bergoglio critica il modo in cui Stati Uniti ed Europa hanno agito in Medio Oriente. Giovanni Paolo II fu elogiato per la sua strenua lotta contro il comunismo ma non ascoltato dal presidente americano George W. Bush, dai primi ministri inglese Tony Blair e spagnolo José Maria Aznar che scatenarono la seconda guerra all’Iraq agitando lo spauracchio delle armi di distruzione di massa, che non esistevano. Così il dittatore Saddam Hussein fu deposto e ucciso ma la sua morte ha aperto le porte al feroce Califfato che si macchia dei più orrendi misfatti.
I Papi Montini, Wojtyla, Ratzinger e ora Bergoglio si scagliano contro i trafficanti di armi che alimentano il terrorismo e sottolineano l’ipocrisia di chi finge di non vedere il coinvolgimento dell’Occidente e dei suoi alleati nel traffico d’armi. L’Occidente è responsabile della situazione in Siria e Iraq perché i finanziamenti ai ribelli che si oppongono al dittatore Bashar Hafiz al-Asad hanno finito per foraggiare l’Isis. Sulla situazione in Libia Francesco ricorda la battuta di un libico: «Eravamo abituati ad avere un Gheddafi, ora ne abbiamo cinquanta».

Pio XI, ottantacinque anni fa, nell’enciclica «Quadragesimo anno» (15 maggio 1931) denuncia i gravissimi danni e «la grande depressione» causati in tutto il mondo dal crollo dall’alta finanza a Wall Street nel «martedì nero», 24 ottobre 1929. I liberisti assoluti tuonano contro le troppe regole e la troppa ingerenza degli Stati e vogliono un mercato ancora più libero e fanno finta di non accorgersi che il sistema economico mondiale è sull’orlo del collasso perché – dice Francesco – è dominato dall’«idolatria del denaro». Infatti «più dell’80 per cento delle ricchezze dell’umanità sono nelle mani del 16 per cento della popolazione. Un mercato completamente libero non funziona. I mercati in sé sono un bene ma richiedono una parte terza o uno Stato che li bilanci, serve un’economia sociale di mercato». E questo il capitalismo sfrenato e sregolato non lo vuole.

Giovanni Paolo II nell’enciclica «Sollicitudo rei socialis» (30 dicembre 1987) colloca il sistema economico-finanziario che idolatra il denaro tra le «strutture di peccato». Un documento del Pontificio Consiglio di giustizia e pace (24 ottobre 2011) chiede «la riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale». Ma i «ricchi epuloni» del XXI secolo fanno orecchie da mercante.

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