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Il caso

“Lucio Battisti era fascista”, studentessa prende 4 e una nota di demerito

La buona scuola questa volta rimane fuori dall’edificio. Una studentessa di 13 anni ha chiesto al professore di musica: “Ho sentito dire che Lucio Battisti era un fascista”. Il docente, Vittorio, 55 anni, le dà quattro e scrive una nota di demerito sul registro: “Superficiale. Interviene fuori luogo, in modo ineducato e provocatorio. Accosta il fascismo ai cantautori degli anni 60/70. Ride”.

E’ accaduto in una scuola media della Valbisagno, quartiere di Genova.

A denunciare l’episodio è stato il padre della ragazzina. “Sono rimasto sconcertato non tanto per il voto, mia figlia ha tutti 9 e 10, quanto per il metodo. Un’adolescente pone una questione, dà un’opinione, e invece di creare dibattito le si dice di stare zitta?”.

Battisti diceva di non interessarsi di politica, ma negli anni in cui tutto veniva politicizzato alcune frasi come “boschi di braccia tese” o ‘un mare nero”, vennero interpretati come richiami al fascismo.

E l’episodio della 13enne di Genova punita per aver chiesto se Battisti fosse fascista ha suscitato tanto clamore che è intervenuto un testimone e amico del grande cantautore: Mogol.

“Lucio Battisti non è mai stato interessato alla politica. E io ne sono un testimone diretto: con me non ne ha mai parlato” afferma Mogol, storico paroliere del cantautore scomparso nel 1998. “Non so perché si voglia denigrare così un grande artista. Si colpisce una bambina per una cretinata che ha sentito chissà dove. Il punto è che all’epoca, negli anni Sessanta e Settanta, tutto era politicizzato. Ma io e Lucio eravamo semplicemente disinteressati alla politica. Preferivamo raccontare il privato. Ormai non sono neanche più irritato per queste accuse”.

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