Quando si dice ‘rompere il ghiaccio’.
Il nuovo Palaghiaccio di Bergamo, situato nell’area ex Gres tra via San Bernardino e la circonvallazione, è ormai pronto, anche se non è ancora stato ufficialmente inaugurato.
Sul manto bianco si possono già ammirare i primi atleti, danzanti sui ghiacci freschi e levigati della pista. Per il momento, fruibile solo dai ragazzi e dalle ragazze tesserati con IceLab, la società sportiva che gestisce il Palaghiaccio (maggiori informazioni sull’apertura al pubblico saranno disponibili dopo Pasqua).
Per chi non l’avesse ancora visto, l’impianto si estende su una superficie di circa 5mila metri quadrati e vanta due piste – una regolamentare (60×30 metri) e una per gli allenamenti (35×20) – dedicate al pattinaggio artistico, sincronizzato e allo short-track. E ancora: un’area multiuso per ragazzi, 3 palestre (fitness, corpo libero e danza) una tribuna da 240 posti, 4 spogliatoi, uno shop e uno spazio riservato al noleggio pattini. E, ovviamente, un bar: dotato di un’ampia vetrata che si affaccia sulla pista principale. Il tutto immerso nel bianco che investe la struttura e che dona all’ambiente un’aria quasi rarefatta.
Costato circa cinque milioni di euro, il Palaghiaccio è intitolato a Franca Natta Pesenti, madre di Carlo e moglie di Giampiero, così come proposto dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
Un dono recapitato alla città da Italcementi in occasione dei suoi 150 anni, mezzo secolo dopo il regalo delle piscine. Un regalo ormai bello che impacchettato, che aspetta solo di essere definitivamente scartato. Magari, dopo l’uovo di Pasqua.
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