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Economia

Ubi Banca, grandi soci nel listone e i Fondi scendono in campo

Entro l'8 marzo, termine ultimo per presentare le liste, si saprà chi punta a guidare Ubi Banca in versione Spa. Il Patto dei Mille (che raccoglie i bergamaschi con il 2,27%) e il patto bresciano con l'11,95% stanno dialogando per presentare con Cuneo una lista unica di maggioranza. All'orizzonte si prepara anche la lista dei Fondi con Assogestioni.

Grandi manovre in Ubi Banca. L’8 marzo scade il termine per la presentazione delle liste che si confronteranno nell’assemblea dei soci, in calendario il 2 aprile alla Fiera di Bergamo.

Ad aprire i giochi per il listone di maggioranza è stata Bergamo che ha costituito il Patto dei Mille (che conta 65 azionisti con il 2,27% di capitale, pari a 20.500.412 azioni ordinarie) presieduto da Emilio Zanetti.

Poche settimane e l’altra anima storica di Ubi, quella bresciana, ha risposto con un patto di 11,95% di capitale raggruppando grandi azionisti non solo della Leonessa, ma anche da Milano, Pavia e Veneto.

Tra i due patti è in corso un dialogo per costituire un’unica lista di maggioranza, e nei colloqui ci sarebbe anche la Fondazione CrCuneo, uscita dall’associazione Banca Lombarda e Piemontese. Se Brescia fa la parte del leone con il suo capitale, è Bergamo che con la sua Popolare che macina la metà degli utili di gruppo dal 2007 ad oggi a pesare non poco.

Le tre anime storiche – Bergamo, Brescia e Cuneo – troveranno la quadra e prepareranno una lista che punterà al rinnovamento nella continuità confermando di fatto Victor Massiah, attuale Ceo di Ubi Banca, e Andrea Moltrasio, attuale presidente del Consiglio di Sorveglianza. Non si deve dimenticare che nel prossimo Consiglio di Sorveglianza ci sarà una riduzione di componenti, si passa dagli attuali 23 a quindici.

Le grandi manovre coinvolgono anche i Fondi. Assogestioni sarebbe pronta a presentare una sua lista di minoranza, pare capitanata da una donna. Una vera novità che spariglierà le carte. I fondi – i più grandi per quota sono Silchester e BlackRock che si aggirano sul 5% di capitale – faranno valere il loro peso.

Che cosa cambierà di fatto con una presenza anche se di minoranza dei fondi nei consigli? Nulla, se non che ci sarà una maggiore attenzione ai profitti rispetto all’attenzione del territorio che caratterizza le Popolari. Unica nota di pregio è che i fondi metteranno in campo manager competenti che punteranno al buon andamento della banca e questa sarà una sfida per tutti.

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