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Il caso

Paga ridottissima e problemi in azienda: io, neo-papà, non utilizzo il congedo parentale

L'articolo di Bergamonews con i numeri e i dati dei congedi parentali in Bergamasca, ha suscitato un dibattito tra i lettori. E Luca, un neo-papà, ci ha scritto spiegandoci perché è così difficile in una terra di piccole e medie imprese

L’articolo di Bergamonews con i numeri e i dati dei congedi parentali in Bergamasca (leggi), ha suscitato un dibattito tra i lettori. E Luca, un neo-papà, ci ha scritto spiegandoci perché è così difficile in una terra di piccole e medie imprese.

Sono un neo-papà che rientra nel 90% dei padri che non utilizza il congedo parentale. Vorrei però puntualizzare una cosa perché presumo che, come me, anche i padri che non lo utilizzano starebbero volentieri a casa con i proprio piccoli.

In Italia, si sa le leggi nascono sempre con ipocrisie di fondo che le rendono inapplicabili vista la situazione.

1) Il congedo è al 30%: ditemi voi chi si può permettere oggigiorno di rinunciare al 70% di stipendio. Invece di 4 mesi al 30% (come previsto dal jobs act presupponendo che la madre ne usi 6 sui 10 disponibili) non si poteva farne uno al 100% per i papa?

2) In un Paese come il nostro dove le piccole e medie imprese rappresentano la quasi totalità del tessuto economico e dove, comprensibilmente o meno, i datori di lavoro sono tirati dalla crisi e il lavoro è poco, pensate sia semplice e piacevole comunicare al proprio datore di utilizzare anche solo un mese di congedo?

Come sempre l’ipocrisia regna sovrana poi non ci sorprendano queste percentuali.

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