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La mozione

Carnevali sollecita Renzi: “Più aiuti alle donne per combattere la crescita zero”

Sostegno alle famiglie, una mozione dell'onorevole Elena Carnevali sollecita il governo Renzi: "Servono più servizi e aiuto alle donne per combattere la crescita zero”.

Maggiore sostegno alle famiglie, incentivi fiscali per l’occupazione femminile anche dopo la maternità, più servizi, politiche di conciliazione tra i tempi di cura, di vita e di lavoro e un maggior coinvolgimento nella vita familiare dei padri, attraverso l’estensione del congedo obbligatorio di paternità: sono queste le richieste avanzate in una mozione firmata anche dall’onorevole Elena Carnevali, presentata nella giornata di lunedì 22 febbraio alla Camera, che punta a impegnare il governo sul fronte del contrasto alla crescita demografica zero.

I dati sono infatti preoccupanti: nascite in calo (8 ogni mille residenti nel 2015, al minimo storico dai tempi dell’Unità d’Italia), un calo demografico a malapena compensato dai flussi migratori, una popolazione sempre più vecchia (l’età media in Italia è di 44,6 anni).

“Questi numeri rappresentano un “debito” demografico che rischiamo di lasciare alle generazioni future – spiega Carnevali – soprattutto in termini di previdenza, assistenza sanitaria e assistenza. Se vogliamo invertire la rotta dobbiamo puntare sulle cause per cui oggi le coppie fanno meno figli, o non ne fanno proprio: i servizi all’infanzia e alle famiglie non sempre adeguati, una condivisione dei compiti tra uomo e donna spesso sbilanciata e il rischio che avere un figlio possa compromettere l’accesso al lavoro, visto che il 22,4% delle donne, dopo la gravidanza, perde il proprio impiego. Vogliamo costruire le condizioni per cui il desiderio di maternità o paternità possa trovare un sostegno, e non un ostacolo, nella società e nel mondo del lavoro”.

Passi avanti sono stati fatti, a partire dal Jobs Act e dalla legge di stabilità con la concessione del part time obbligatorio al rientro dalla maternità, lo stop alle dimissioni in bianco, l’ampliamento del congedo di paternità obbligatorio e altri provvedimenti. Ma è una strada che bisogna continuare a percorrere, secondo i firmatari della mozione.

Per esteso, il documento presentato alla Camera impegna il governo :

ad assumere iniziative per incrementare la quota di bilancio statale destinata alle politiche di sostegno alle famiglie;

ad rafforzare iniziative per incrementare l’occupazione femminile prevedendo incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato manodopera femminile nonché incentivi fiscali per aumentare l’occupabilità delle donne dopo la maternità e politiche di detassazione per sostenere il reddito delle donne al rientro al lavoro dopo il congedo di maternità;

a prevedere, come negli altri paesi europei, contribuzione figurativa e riconoscimento previdenziale per i lavori di cura con particolare attenzione alla presenza di figli e all’assistenza di familiari disabili;

a rafforzare politiche sociali di sostegno alla maternità e paternità, anche attraverso l’incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l’infanzia e, in particolare, per la fascia neo-natale e pre-scolastica, garantendone l’attuazione e l’uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale;

ad assumere iniziative per dare continuità alla misura del «bonus bebé» che va inserito in misure strutturali di sostegno alla natalità cui assegnare carattere prioritario per lo sviluppo del paese superando l’episodicità che ha caratterizzato la politica di trasferimenti monetari degli anni scorsi;

a sviluppare iniziative per promuovere la genitorialità anche attraverso interventi di sostegno alla quotidianità , di promozione delle competenze genitoriali, per riconoscere e implementare le risorse, accogliere e prevenire le fragilità’, rafforzando servizi di preparazione al ruolo genitoriale, assistenza post partum, orientamento delle neo mamme;

ad assumere iniziative volte a garantire l’accesso alle mense scolastiche a tutti i bambini;

a continuare e rafforzare la lotta alla povertà educativa;

a favorire e stabilizzare le politiche di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro al fine di consentire alle lavoratrici ed ai lavoratori di conciliare le proprie responsabilità professionali con quelle familiari, di educazione e cura dei figli e degli anziani e a consolidare la sperimentazione di azioni positive per la conciliazione famiglia-lavoro;

a rafforzare la condivisione delle responsabilità genitoriali ed in particolare il coinvolgimento nella vita familiare dei padri, attraverso l’estensione del congedo di paternità obbligatorio, come obiettivo primario;

ad assumere iniziative per interventi, anche di tipo fiscale, per il sostegno alle famiglie più disagiate ( per le spese di cure ecc…)

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