“Bergamo è di tutti, non solo degli ultras”: è questo il pensiero più diffuso tra i residenti della zona dello stadio riguardo al corteo partito sabato alle 18 dall’Edonè di Redona con destinazione l’Atleti Azzurri d’Italia.
Una manifestazione di solidarietà e sostegno a Claudio Galimberti, il “Bocia”, condannato a 18 mesi di sorveglianza speciale alla quale hanno partecipato centinaia di persone: la decisione era stata presa dopo la decisione dal consiglio dei giudici presieduto da Vito Di Vita e notificato nella mattinata di sabato 13 febbraio in Questura a Bergamo.
A una settimana di distanza gli ultras si sono dati appuntamento fuori dall’Edonè, con striscioni, bandiere e fumogeni: scortati da polizia locale e uomini della Questura hanno manifestato pacificamente lungo via Corridoni, via Borgo Santa Caterina e viale Giulio Cesare.
Manifestazione pacifica ma non senza conseguenze, in particolare per i residenti o per chi si trovava a dover attraversare la zona a quell’ora del sabato: auto incolonnate e clacson spianati, ingorghi fuori dall’Esselunga, in piazzale Oberdan e al rondò di Monterosso.
“Abito vicino a Edonè e avrei preferito che venissero rispettati gli abitanti che come me non hanno altro parcheggio che quello che è stato vietato con cartelli senza autorizzazione – lamenta una residente di Redona – Dove la metto l’auto? In tasca? Si può manifestare in piena libertà senza calpestare la libertà altrui, senza riempire di fumogeni le case di chi abita sopra e senza scrivere sui muri”.
“Le idee, seppur giuste, non verranno mai prese in considerazione se manifestate in questo modo – aggiunge un altro – Non si ottiene nulla così, se non rabbia da parte di chi si vede costretto a parcheggiare lontano da casa (magari con la spesa da scaricare), chi deve ripulire il muro del proprio stabile dalle scritte spendendo soldi, chi deve abbassare le tapparelle in una bella giornata di sole per non respirare il fumo”.
“Un gran casino – è l’amaro commento di un altro residente – I clienti dell’Esselunga ringraziano sentitamente, così come i negozianti della via, i residenti del quartiere, quelli di Redona, di Borgo Santa Caterina, di Via Suardi, di via Bianzana, tutte le persone che transitavano sulla circonvallazione”.
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