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Il caso

Se la grande distribuzione rovina il vino novello della Valcalepio

Il sito Internet vinialsupermercato.it in un articolo denuncia la triste storia del vino novello della De Novo Calepino Igt Bergamasca rimasto sugli scaffali del supermecato e oggi venduto sugli scaffali a 90 centesimi. Una riflessione sul potere della grande distribuzione e le aziende vitivinicole.

Il sito Internet vinialsupermercato.it in un articolo di Davide Bortone denuncia la triste storia del vino novello della De Novo Calepino Igt Bergamasca rimasto sugli scaffali del supermecato e oggi venduto sugli scaffali a 90 centesimi. Una riflessione sul potere della grande distribuzione e le aziende vitivinicole. 

Peggio del vino in brik. Peggio del vino “da discount”. Peggio che…peggio non si può. Non s’era mai visto un prezzo così, al supermercato, per un vino in bottiglia di vetro. Il “record” spetta (suo malgrado) al De Novo Calepino Igt della Bergamasca, vino novello dell’azienda vitivinicola Il Calepino di Marco Plebani.

Certamente a insaputa della casa produttrice di Castelli Calepio, in provincia di Bergamo, il novello in questione è stato posto in promozione smaltimento dalla catena di supermercati Il Gigante al prezzo di 0,90 euro. Novanta centesimi.

Il prezzo della bottiglia non varierà fino al 9 marzo 2016, quando le scorte di De Novo Calepino rimaste nei punti vendita dovrebbero essere ormai terminate, grazie alla spinta della super offerta shock. Si tratta dell’esempio lampante di come agisca la Grande distribuzione nei confronti del vino che intenda “smaltire”.

Nelle scorse settimane, lo stesso novello bergamasco era in promozione al 50%, rispetto al prezzo pieno di 4,99 euro col quale è stato posizionato sugli scaffali a partire dal 30 ottobre scorso, come previsto per legge per i vini novelli 2015. Troppo poco, evidentemente, per “fare fuori” (è il caso di dirlo) il novello più costoso dell’intero assortimento. E così, dagli uffici di Bresso dell’azienda milanese che dal 1972 opera nella grande distribuzione organizzata, si è deciso per una vera e propria “decapitazione”: 90 centesimi.

L’iniezione letale, per dirla all’americana. Del resto, il novello (italiano) è un vino di pronta, prontissima beva. Da consumare in autunno. O, al massimo, nei successivi 6 mesi dall’inizio della commercializzazione. E possiamo assicurarvi che la regola vale anche per il Novo Calepio Igt Bergamasca dell’azienda vitivinicola Il Calepino, che non supera la nostra prova di degustazione per un letterale (nonché fisiologico) inasprirsi dei toni del blend tra Marzemino e Merlot, ricetta di successo che la casa di Castelli Calepio porta avanti da ormai trent’anni.

Al di là dello shock emozionale, va detto che il prezzo praticato dalla catena Il Gigante per smaltire la scorta di novelli è in linea con l’andamento del mercato di questa tipologia di vini. Che nell’arco degli ultimi dieci anni risulta in vera e propria caduta libera.

Così come la produzione. Secondo i dati forniti da Assoenologi, fino al 2005 venivano prodotte in Italia 17 milioni di bottiglie di vino novello, contro i 3-4 milioni del 2015. Un dato che scende a 2 milioni, secondo il report di Coldiretti. Un vino, insomma, che non va più di moda, anche se segna tuttora un momento di festa per molte cantine, al termine della vendemmia.

Ecco, dunque, perché il povero vino novello De Novo Calepino ha dovuto subito una tale onta. Lui che – siamo certi – sarebbe finito volentieri prima in un carrello della spesa.

E poi sulla tavola di qualche cliente, già a ottobre dello scorso anno. Ad accompagnare, oh sì, un piatto fumante di caldarroste.

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