Riccardo Zampagna riparte da Assisi. Per l’ex attaccante dell’Atalanta nessun pellegrinaggio o visita guidata, ma un posto in panchina, quella dell’Assisi 1924, la società che lo ha ingaggiato per risollevarsi dopo i soli 6 punti conquistati nelle prime 6 partite del campionato di promozione umbro.
Per il bomber di Terni non si tratta della prima esperienza da allenatore. Nella stagione 2013-’14 Zampagna aveva guidato il Macchie alla vittoria del campionato di Prima Categoria, promozione che era valsa la chiamata della Voluntas Spoleto, formazione che milita in serie D, salvo poi dimettersi prima del via insieme a tutto lo staff tecnico.
Nel pomeriggio di giovedì Zampagna dirigerà il suo primo allenamento in vista dell’esordio domenicale nella sfida interna, già decisiva, contro il Bevagna. Serviranno tutto il suo carisma e la sua personalità per risollevare una squadra ambiziosa e che ora si trova nei bassifondi della classifica. Quel carisma e quella personalità che lo hanno fatto entrare nei cuori dei tifosi atalantini, nonostante il burrascoso addio nel gennaio del 2008.
Zampagna, dopo essere esploso nel Messina, si è trasferito a Bergamo nel gennaio del 2006, contribuendo con 6 reti alla promozione dell’Atalanta in serie A. Indimenticabile il gol in rovesciata nel derby contro il Brescia del 29 Aprile del 2006. In quell’occasione la partita finì 2-0: dopo il vantaggio di Loria, un altro con la rovesciata nel sangue, “Riccardone” chiuse i conti con una bicicletta volante che resterà nella storia. Nella stagione successiva ha segnato 11 reti che valgono all’Atalanta l’ottavo posto finale. 11 reti non banali, geniali come sempre, tra cui quelle straordinarie contro Roma e Fiorentina. In totale fanno 20 gol in 54 presenze. Ma non sono numeri e statistiche, gol e prodezze a fare di Zampagna un giocatore speciale per Bergamo e l’Atalanta, ma piuttosto la genuinità, la genialità e, perché no, quel pizzico di follia di un giocatore unico e inimitabile.
Luca Stroppa
commenta