Che cos’è una banca? E che cosa la caratterizza? Forse è da qui, da questa domanda, che si deve partire al termine dell’assemblea dei soci di Ubi Banca che si è svolta alla Fiera di Brescia sabato 10 ottobre. La risposta sta nella saggezza della 85enne Alma Vitale, maestra in pensione: “Non ci capisco molto di trasformazioni, ma mi fido di Massiah e lui non ci tradirà”. Una dichiarazione d’amore bancaria basata sulla fiducia. Su quel sentimento che è fondamentale ed indispensabile per un istituto bancario.
E i 5.032 soci di Ubi Banca presenti a Brescia il 98,87% (4.975) ha dato il via libera alla trasformazione da società cooperativa a società per azioni della banca, come ha chiesto il Governo Renzi. Un plebiscito, una valanga di voti, una votazione bulgara. Ci sono una manciata di voti – 26 contrari e 31 astenuti – che sembrerebbero una tara legittima dell’assise, se non fosse che tra di loro spiccano i nomi dei membri del Consiglio di Sorveglianza. La lista minoritaria capitanata da Andrea Resti è rimasta ancorata al voto contrario. Una disobbedienza che non si spiega, anche perchè la misura di passare a società per azioni è imposta da Leggi Italiane, non dal volere dei vertici della banca.
E così Andrea Cesare Resti, Marco Giacinto Gallarati e Maurizio Zucchi si sono astenuti, mentre hanno espresso voto contrario Dorino Mario Agliardi e Luca Vittorio Cividini.
Eppure quest’assemblea straordinaria traccia la strada del mondo bancario italiano, Ubi Banca è la prima della classe a tagliare il traguardo con uno statuto che ha avuto via libera dalla Banca d’Italia e che rientra in pieno in quel pacchetto di riforme che chiede l’Europa e che il Paese deve fare.
Guardare al passato sembra anacronistico.
Lo rimarca bene il socio avvocato Federico Caffi nel suo intervento (leggi qui). Aspettare i ricorsi del Tar e tentennare nella scelta sarebbe costato alla banca troppo, agli investitori – leggi i soci – moltissimo.
Ora si dovrà attendere lunedì, quando i mercati riapriranno e vedere se quella fiducia espressa con larghissima maggioranza dall’assemblea straordinaria trova lo stesso riscontro anche su Piazza Affari. Victor Massiah, consigliere delegato, non si sbilancia: “A Boston non riescono a capire un ricorso al Tar, i mercati generalmente sono più prudenti e fare previsioni è difficile”.
La pioggia di voti favorevoli sul nuovo statuto è spiegata così da Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di Sorveglianza: “I soci erano preparati, hanno capito la portata storica di questo passaggio ed erano ben informati anche grazie agli incontri che abbiamo svolto a Bergamo, Brescia, Milano, Cuneo e in collegamento con Varese e Valle Camonica – afferma Moltrasio –. Sono soddisfatto, ora guardiamo avanti”.
E subito sull’agenda c’è il capitolo fusioni e le prossime elezioni in calendario la primavera prossima, quando ci sarà il rinnovo dei consigli di gestione e di sorveglianza.
Sulle fusioni Moltrasio, Polotti e Massiah hanno dichiarazioni praticamente univoche: “Abbiamo incontrato tutti, parlato con tutti e siamo disponibili con tutti”.
In sintesi il valzer dei corteggiamenti è già iniziato, per ora Ubi sa di scendere in pista e di poter scegliere la dama più bella, visto il capitale che detiene.
“Poi ci sono i prezzi, comprare a inizio stazione ha un prezzo e poi ci sono i saldi” nicchia Massiah che conclude con un “vedremo” più fumoso di un oroscopo.
In merito al rinnovo dei vertici di Ubi Banca la prossima primavera, Moltrasio taglia corto: “Mi hanno chiamato, non mi sono mai proposto. Se i soci ritengono che debba rimanere, resterò come sto facendo ora: per il bene della banca. Altrimenti non mi mancano progetti e idee anche fuori da Ubi Banca”.
L’ingegnere non si scompone più di tanto. Sa di aver comunque portato a casa nella giornata di sabato 10 ottobre un primato: Ubi Banca è la prima popolare a tagliare il traguardo e ad essersi trasformata in Spa. Non è roba da poco.
Il breve periodo sul quale si basa la cronaca economica non gli riconosce il giusto merito, ma sul lungo periodo, la Storia lo annovererà tra i grandi protagonisti della banca.
Intanto incassa le congratulazioni del gotha imprenditoriale e dei piccoli risparmiatori.
E non è poco. Perché per una banca, la fiducia è tutto.
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