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La storia

“Io, padre separato: dormivo in auto e rischio di perdere i figli”

Si firma “padre disperato senza figli” e la sua situazione potrebbe essere comune a tante altre persone: separato, costretto a vivere in alloggi di fortuna se non in auto, ha provato a rifarsi una vita trovando un alloggio dove stare con i propri figli, ma lo stipendio mensile non basta a coprire anche il mutuo della casa precedente e l’assegno da versare alla ex compagna.

Si firma “padre disperato senza figli” e la sua situazione potrebbe essere identica a tante altre: separato dalla ex compagna, costretto a vivere in alloggi di fortuna se non in auto, ha provato a rifarsi una vita trovando un alloggio dove stare con i propri figli, ma lo stipendio mensile non basta a coprire anche il mutuo della casa precedente e l’assegno da versare alla ex.

Questa è la storia, di sincera disperazione, che ci ha raccontato:

“Spett.le Redazione,

Egregio Direttore,

Prendo spunto dall’articolo pubblicato martedi 29 settembre che parlava di alcuni appartamenti dati in uso ai padri separati nel comune di Verdello. Se me ne date l’opportunità vorrei raccontarvi la mia storia di compagno e padre.

Abito in un paese in provincia di Bergamo e mai e poi mai avrei pensato che questo problema potesse toccarmi cosi da vicino, anzi ogni volta che alla televisione vedevo qualche programma che parlava del problema dei padri separati che sono costretti a vivere in auto o in alloggi di fortuna pensavo che a me non sarebbe mai potuto succedere.

Mesi fa torno da una giornata di lavoro e arrivato davanti al cancello di casa vedo i miei vestiti messi in alcuni sacchi per l’immondizia appoggiati lungo la cancellata: provo a citofonare e ricevo solo insulti e minacce. In tutta sincerità, era un po’ di tempo che le cose tra me e la mia compagna non andavano bene. Raccolgo quello che posso, carico in macchina e…e adesso dove vado? Troppo umiliante ritornare dai genitori, che mi accoglierebbero a braccia aperte, ma dopo 13 anni!

Mi fermo in un parcheggio, passo la notte al gelo, non dormo e la mattina dopo come ogni giorno mi reco all’azienda presso la quale lavoro. Passano i giorni, passo le notti un po’ in auto in vari parcheggi, un po’ in alcuni motel, non c’è cosa più brutta che finire una giornata di lavoro e nel momento in cui si sali in auto dentro di te ti chiedi: dove vado a mangiare stasera, riuscirò a lavarmi, dove dormirò?

Dopo alcune settimane finalmente trovo ospitalità presso degli amici, che non smetterò mai di ringraziare, che mi danno tutto quello che possono, un divano che fino ad allora veniva usato dal loro cane per dormire e con cui condividerò le nottate e un bagno dove lavarsi e rendersi presentabile il giorno dopo al lavoro o davanti ai propri figli: ne ho due, uno di 12 anni e uno di 3, le mie ragioni di vita.

Passano i mesi, i rapporti tra me e la mia ex compagna non migliorano e perciò entrano nella nostra vita 2 avvocati. Nel frattempo io continuo a pagare per intero il mutuo della casa anche se ne sono proprietario solamente al 50%, continuo a pagare le bollette delle varie forniture, metano, telefono, energia elettrica, spese condominiali, assicurazioni…naturalmente nella casa, di cui sono proprietario anche io, non mi viene più permesso di entrare e vengono cambiate le serrature. E l’auto che era di mia proprietà, di cui continuavo a pagare l’assicurazione, non mi viene più restituita, tanto da arrivare a regalarla alla mia ex compagna per evitare di continuare a pagare bollo e tagliandi.

E, cosa più importante di tutte, i miei amati bambini mi vengono fatti vedere a seconda dell’umore e delle esigenze della madre. Io non conto più nulla, vado bene solamente per fare il tassista e il baby sitter a chiamata.

Il tutto accade sotto gli occhi del mio avvocato, senza che lui dica o faccia nulla.

Finalmente qualche mese fa riesco a trovare un piccolo appartamento in affitto, compro i mobili e lo preparo per ospitare finalmente i miei figli, riempio il frigorifero, rifaccio il guardaroba per i bambini, compro un po’ di giochi, la tazza per la colazione della squadra di calcio del cuore di un figlio, i piatti e le posate con i cartoni animati preferiti dell’altro.

Nello stesso periodo compro l’auto. In quei giorni è tutto una richiesta di finanziamento, prestiti da amici, assegni, cambiali, fideiussioni; in poche settimane vengono bruciati i risparmi di 15 anni di lavoro.

Cominciano gli incontri con gli avvocati, sento cifre di mantenimento (solo per i bambini non essendo sposati), richieste dall’avvocato della mia ex compagna che mi fanno perdere i capelli. Non si trova l’accordo e la mia ex compagna decide di portarmi in giudizio, arriva la richiesta e perdo altri capelli: circa 1000 euro al mese più metà mutuo (che continuo a pagare per intero io), metà delle spese condominiali, metà delle spese straordinarie (che continuo a pagare per intero io).

L’affido sarà condiviso ed infatti i bambini passano quasi più tempo con me che con la madre: essendo cosi la situazione perché mai io dovrei mantenere i bambini quando sono con me e pure quando sono con lei? Se mi viene richiesto un assegno da 1000 euro al mese e circa altrettanti dovrebbe metterne la madre, volete farmi credere che due bambini possano costare 1700/1800 euro al mese solo di cibo e vestiario e solo quando si trovano dalla madre?

Ed in tutto questo il mio avvocato continuava a non dire nulla, perciò decido , visti anche i problemi economici che nel frattempo comincio ad avere, che probabilmente questo avvocato non fa per me, non credo mi tuteli, anzi, perciò interrompo il rapporto.

A fine anno avrò l’udienza per la quantificazione dell’assegno, non posso più permettermi un avvocato, giustamente nessuno lavora gratuitamente e perciò preparerò io un memoriale e mi presenterò dal giudice: so già che non servirà nulla, mi hanno già avvertito che se non sarà firmato da un avvocato non verrà neppure letto e se mi presenterò all’udienza senza un legale non mi verrà neppure permesso di entrare in aula, verranno prese per buone le richieste della mia ex compagna.

‘La legge è uguale per tutti’: la legge è per chi se la può permettere, sarebbe meglio scrivere.

Il sottoscritto lavorando duramente per 6/7 giorni a settimana guadagna circa 1900/1950 euro al mese: togliendo l’assegno di mantenimento richiesto, l’affitto e il mutuo i soldi sono finiti. In queste condizioni dovrò rinunciare alla casa in affitto e non potrò più tenere i miei bambini da me a dormire e a mangiare.

Era questa la finalità della legge sull’affido condiviso?

Quando i bambini sono con me provvedo io, quando sono con la madre ci deve pensare lei sempre che ne abbia i mezzi, e in questo caso i mezzi fortunatamente ce li ha, ma sembra che a nessuno interessi. Il padre deve pagare, solamente pagare. E se non può ci devono pensare i nonni paterni, portandogli via parte della pensione. Se invece è la madre che non può mantenerli perché è senza lavoro ci deve pensare il padre dei bambini aumentando l’assegno mensile e non i nonni materni.

Purtroppo ci sono delle madri che guardando i figli non pensano al loro bene, che dovrebbe essere quello di crescere con un papà e una mamma, ma vedono in loro un assegno mensile e una casa in cui vivere e che qualcun altro provvederà a pagare.

Provate solamente ad immaginare cosa voglia dire non avere più neanche un soldo, arriva lo stipendio e in due tre giorni esaurirlo, arrivare a metà mese e dover spegnere il frigorifero per risparmiare sulla bolletta e perché è vuoto ed è inutile tenerlo acceso, rinunciare a delle cure mediche e a delle medicine perché non si sa come pagarle, mangiare una volta al giorno, lavarsi con l’acqua fredda per non consumare metano, tenere le luci spente.

#padredisperatosenzafigli”

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