Roberto Calderoli, il leghista bergamasco ha annunciato alla Berghem Fest di Alzano che il premier Matteo Renzi sarebbe pronto a un baratto: la grazia a Monella in cambio della cancellazione dei suoi 600mila emendamenti alla riforma del Senato. Il lumbard avrebbe anche mostrato uno scambio di sms in questo senso con il sottosegretario alla giustizia, Cosimo Ferri, in cui si annuncia l’intervento del ministro Andrea Orlando sul Quirinale per la grazia all’imprenditore di Arzago d’Adda in cella da un anno dopo aver ucciso un ladro che gli stava rubando l’auto nel cortile di casa.
L’annuncio di Calderoli non è certo passato inosservato. Il deputato di Bergamo del Partito democratico Antonio Misiani interviene con decisione: "Non esiste alcun baratto sugli emendamenti di Calderoli. Evidentemente il senatore leghista teme la bocciatura in blocco dei suoi emendamenti-fotocopia e – anziché chiedere scusa per il tempo e i soldi fatti buttare agli uffici del Senato – sta cercando furbescamente una via d’uscita legando il ritiro degli emendamenti stessi ad una vicenda del tutto diversa, l’invio al presidente Mattarella degli atti sulla richiesta di grazia per Antonio Monella".
È una idea strampalata, prosegue Misiani, "che la dice lunga sullo scarso senso delle istituzioni degli uomini di Salvini. In realtà, come mi ha ribadito anche oggi il ministro Orlando in un colloquio telefonico, il parere sulla richiesta di grazia sta seguendo l’iter previsto, che si concluderà, come annunciato da mesi, entro l’estate. La determinazione finale spetterà, come prevede l’articolo 87 della Costituzione, al presidente della Repubblica. Tutto il resto – compresi i tentativi maldestri di tirare in ballo anche il presidente Renzi – appartiene al teatrino delle strumentalizzazioni politiche, forse utili al senatore Calderoli per recuperare visibilità mediatica, assai meno per mantenere la vicenda di Antonio Monella al riparo da condizionamenti politici impropri e controproducenti".
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