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La svolta

Omicidio in pizzeria, i killer arrestati a Casazza confessano: “Siamo stati noi”

Gli agenti della squadra mobile di Brescia hanno arrestato un indiano e un pakistano a Casazza, in provincia di Bergamo, dopo aver seguito le tracce di un motorino di piccola cilindrata identificato grazie ad alcuni numeri di targa immortalati dalle telecamere.

Hanno confessato i due assassini di Franco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari, uccisi martedì scorso nella loro pizzeria a Brescia. Gli agenti della squadra mobile di Brescia hanno arrestato un indiano e un pakistano a Casazza, in provincia di Bergamo, dopo aver seguito le tracce di un motorino di piccola cilindrata identificato grazie ad alcuni numeri di targa immortalati dalle telecamere.

Torchiati dagli inquirenti, i due hanno confessato: “Lo abbiamo ucciso perché ci faceva concorrenza, non potevamo lavorare. Aveva il monopolio di pizza e brioches a Brescia”.

Gli assassini hanno una pizzeria poco distante da quella delle vittime. E proprio la concorrenza potrebbe essere il movente dell’omicidio, anche se gli investigatori hanno ancora molti dubbi. Ci potrebbe essere anche altre ragioni economiche, come un debito che i killer avevano con la coppia a causa di una controversia legata alla cessione del negozio “Dolce&Salato”.

Sembra che i rapporti tra Seramondi e i suoi killer abbiano iniziato ad incrinarsi nel 2010 quando un’ordinanza del Comune di Brescia obbligava la proprietà del «Dolce e Salato» a chiudere alle 22, per motivi di ordine pubblico, mentre vicina la pizzeria da Frank poteva rimanere aperta tutta la notte. Pare che gli assassini dovessero ancora del denaro ai vecchi titolari, ma non erano più in condizioni di pagare.

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