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L'intervento

Saviano: se Locatelli parlasse aprirebbe uno squarcio su Bergamo e il Nord

"Se dovesse pentirsi potrebbe raccontare una delle storie più complesse e intricate che lega la ricchezza imprenditoriale di quel territorio al narcotraffico"

Roberto Saviano in un articolo su Repubblica, ripercorre la “carriera” di Pasquale Claudio Locatelli (Mario di Madrid), re della cocaina, che torna in Italia, in carcere, dove deve scontare 26 anni e a cui l’autore di Gomorra aveva dedicato un intero capitolo nel suo ZeroZeroZero. E mette sotto accusa anche Bergamo e il Nord.

Anche se non è del tutto vero che Bergamo faccia finta di niente: questo giornale per esempio segue con grande attenzione le vicende denunciate dallo scrittore riguardanti il boss del narcotraffico (leggi qui e qui e qui).

Bergamo, dunque, esordisce Savianofa finta di niente, ma c’è una notizia importante che la riguarda da vicino – esordisce Saviano -. Il principale broker di cocaina d’Europa è stato estradato dalle prigioni spagnole e torna finalmente in Italia (anche grazie al lavoro del pm Maria Cristina Rota che non ha mai mollato e ha ottenuto un risultato per molti insperato).

Si chiama Pasquale Claudio Locatelli. Ed è di Bergamo”. Precisamente nato 61 anni fa ad Almenno San Bartolomeo.

Poi prosegue sottolineando che “la città sembra volerlo rimuovere, ma se dovesse pentirsi potrebbe raccontare una delle storie più complesse e intricate che lega la ricchezza imprenditoriale di quel territorio al narcotraffico, una storia sconosciuta e cruciale, una storia di un Nord segreto e, purtroppo, ignorato”.

Perché Locatelli è “il criminale più sottovalutato degli ultimi decenni e anche il meno raccontato: uomo di riferimento dei narcos sudamericani nel Vecchio Continente, proprietario di un’intera flotta di navi per il traffico internazionale di droga, manager capace di servirsi a suo piacimento di una banca italiana e di tentare la scalata a una banca croata”.

Lo scrittore ricorda come l’ultima volta che ha avuto a che fare con la vicenda Locatelli sia stata recentemente dal momento che “dallo studio legale Mariacarla Giorgetti, professore universitario di Diritto processuale civile dell’Università di Bergamo, ricevo la richiesta del ritiro immediato dalle librerie di tutt’Italia di ‘ZeroZeroZero’. Vedo il cognome sul documento legale: Locatelli. A lui è dedicato un capitolo del libro”.

A chiedere il ritiro del libro non è lui direttamente, ma un figlio: “E’ un tentativo che i familiari dei criminali fanno spesso, quello di provare a sfruttare qualche cavillo, o qualche falla della giustizia civile, per ottenere qualche vantaggio. Ma in questo caso falliscono, il giudice rigetta la richiesta”.

Dopo aver riassunto la vicenda criminale di Pasquale Locatelli, Saviano torna su Bergamo evidenziando che, “pedinando il figlio Massimiliano gli investigatori sono giunti all’ultimo e speriamo definitivo arresto di Locatelli avvenuto all’aeroporto di Madrid nel maggio del 2010 su mandato di cattura spiccato dalla Dda di Napoli”.

Anche i due figli di Mario di Madrid, Patrizio e Massimiliano Locatelli “vengono condotti in carcere, con l’accusa, fondata su diverse intercettazioni, di aver avuto una parte molto attiva sia nel riciclaggio che nei pagamenti stratosferici consegnati nelle mani dei trafficanti. Entrambi saranno poi scarcerati, e sono tuttora in attesa di giudizio a piede libero”.

Secondo Roberto Saviano c’è un legame tra la famiglia Locatelli e la borghesia di Bergamo, e al proposito ricorda il party alle Ghiaie di Bonate organizzato nel 2010 dalla azienda guidata da uno dei due figli del re del narcotraffico a cui parteciparono magistrati, un arcivescovo, un ispettore di polizia, un sottoufficiale della Guardia di Finanza… “Momenti di convivialità con i dipendenti, associazioni di volontariato e amici” sottolineò al proposito in seguito Patrizio Locatelli.

“Si capisce ovviamente perché i Locatelli abbiano cercato di scongiurare l’estradizione del padre. Se parlasse cadrebbe un impero”.

Ma la domanda centrale è: dove sono i soldi di Locatelli? Dove si nasconde il suo immenso patrimonio?” In questo momento ha i riflettori accesi su di lui, i suoi uomini di fiducia e i suoi affari, e quindi sa che non può muovere nulla. Ma il danaro di Pasquale Claudio Locatelli deve essere trovato e deve tornare al nostro Paese. La ricchezza del narcotraffico è una delle risorse principali che la democrazia italiana dovrebbe saper sottrarre gli imprenditori della droga”.

La cocaina è il petrolio nascosto della nostra economia, prosegue lo scrittore. “Togliere il danaro al mercato globalizzato della droga e reimmetterlo nel sistema economico sarebbe una grande risorsa: porterebbe molti più soldi di una nuova tassa. Ci vuole una nuova politica e non soltanto deleghe a poliziotti e giudici. Serve nuova creatività in materia di leggi economiche per fermare l’infinito riciclaggio dei soldi sporchi. Trascurare queste risorse, come le autorità politiche stanno facendo, è una colpa di cui un giorno saranno chiamate a rispondere”.

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