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La riflessione

Per una “buona scuola”? Roffia: “Doveroso ripartire dagli studenti”

Luigi Roffia, già Direttore dell'Ufficio provinciale scolastico di Bergamo e consulente del Ministero dell'Istruzione, interviene sul dibattito che da mesi anima la scuola. E afferma: "Ripartiamo dalle proposte degli studenti".

Luigi Roffia, già Direttore dell’Ufficio provinciale scolastico di Bergamo, consulente del Ministero dell’Istruzione e un lungo curriculum nel mondo dell’insegnamento, interviene sul dibattito che da mesi anima la scuola. E afferma: "Ripartiamo dalle proposte degli studenti". Pubblichiamo il suo intervento. 

 

di Luigi Roffia

Da sempre gli studenti hanno positivamente discusso e interpellato il Ministero della Pubblica Istruzione e, localmente, i docenti e i dirigenti scolastici delle loro scuole rispetto ad alcune istanze e proposte. Recentemente il Forum delle associazioni studentesche ha definito un documento unitario che è stato inviato al Ministro per avviare la discussione rispetto al DDL “La Buona Scuola”.

I cinque punti su cui si chiede al Governo di intervenire sono: il diritto allo studio, la valutazione dello studente, le competenze di cittadinanza, la rappresentanza studentesca nelle scuole e lo statuto.

Il diritto allo studio. Negli ultimi trenta anni nella scuola siamo passati dai tempi della richiesta del diritto allo studio (1965/1980) ai tempi del diritto all’accesso e successivamente del diritto al successo scolastico e di vita (ultimo decennio). Il diritto allo studio e anche il diritto all’accesso e al successo si realizzano con diversi interventi alcuni dei quali strutturali ed altri con innovazioni didattiche e pedagogiche. 

Strutturali: gli edifici scolastici devono essere belli, non obsoleti, adeguati ad accogliere e a veder crescere le nuove generazioni e quindi devono esprimere, con la loro funzionalità e i loro arredi l’interesse dello Stato verso i giovani che le frequentano. Le scuole non solo fatte di aule ma anche di laboratori ed aule speciali. Scuole dotate quindi di moderne strumentazioni tecnologiche per garantire una didattica moderna e partecipata. Oltre gli edifici e le strutture diventa fondamentale, per i “diritti” sopra indicati, che la scuola sia di qualità.

Scuola di qualità significa tutto e tanto.

E’ di qualità una scuola che orienta, aiutando i ragazzi con la cultura, lo studio delle discipline e l’esperienza maturata nel mondo del lavoro a saper scegliere e prendere decisioni. Le scelte e le decisioni non si limitano a quelle del corso di studi da frequentare dopo la conclusione del ciclo triennale di scuola secondaria di primo grado e quinquennale di scuola secondaria di secondo grado.

Orientare significa fornire ai giovani un bagaglio di “strumenti” che porteranno con se per sempre, bagaglio che crescerà nel tempo e che servirà a sostenere, lungo tutto l’arco della loro vita, le decisioni e le scelte per la propria persona e per la propria famiglia. Fragilità, dubbi, insicurezze, insuccessi sono dovuti ai limiti troppo spesso presenti rispetto alle competenze orientative.

Il diritto all’accesso ma soprattutto il diritto al successo sono conquiste che vanno consolidate nella nostra scuola. Gli studenti hanno diritto di frequentare la scuola che hanno deciso di scegliere ma soprattutto devono essere messi nella condizione di concludere i percorsi scolastici, brevi o lunghi, con successo. Per fare questo è necessario che la scuola garantisca agli studenti opportunità formative adeguate alla loro persona, valorizzando differenze e diversità. Non è più lo studente che deve “adattarsi” alla programmazione didattica della scuola, ma è la scuola che deve “adattarsi” agli allievi che incontra, ognuno diverso dall’altro, ognuno con attitudini e difficoltà proprie.

E’ necessario far raggiungere agli allievi livelli di competenza diversificati rispetto alle loro diversità. Una scuola quindi che accompagna gli studenti nella crescita, che rispetta le diversità di ognuno, che ha pazienza e che sa attendere positivi risultati di ognuno. Recenti statistiche ci confermano che il numero degli studenti iscritti all’inizio della scuola secondaria superiore, rapportato al numero finale dei diplomati dopo il quinquennio, dall’anno 2000 “ha perso” tre milioni di studenti, dei quali la metà già nel primo biennio.

E’ il fenomeno della “dispersione scolastica” che non consente agli studenti di concludere un ciclo quinquennale e contribuisce ad aumentare la disoccupazione giovanile e anche il costo economico della scuola. L’attuale forma di valutazione dello studente è la seconda causa dell’altissima dispersione della scuola italiana. Se la scuola deve andare incontro ed accompagnare nel suo percorso di studio lo studente verso la meta finale, certamente il “voto”, soprattutto quello negativo, non favorisce questo tipo di percorso.

Il voto negativo fa male a tanti, demolisce la persona dello studente, poco dice rispetto alle sue carenze e alle sue possibilità; non sempre favorisce nello studente un confronto fra risultati e impegno profuso. In alcune scuole si sta passando dal voto alla valutazione delle competenze. La valutazione delle competenze disciplinari esplicita in modo chiaro attitudini, talenti ma anche limiti e difficoltà nella stessa area disciplinare. Valutare le competenze non umilia neon scoraggia. Descrive lo studente rispetto alla “disciplina” e favorisce una presa d’atto dello stesso rispetto alla “competenza” in cui ha manifestato carenza o successo. Favorisce infine nello studente ”l’autovalutazione” in quanto viene aiutato a conoscersi meglio e a costruirsi una strada per orientarsi concretamente agli studi e al lavoro. La valutazione per competenze produce in piccola parte dispersione e contribuisce al successo scolastico. Fra le competenze figurano quelle di cittadinanza.

Le competenze di cittadinanza preparano gli studenti ad essere cittadini. I riferimenti sono sicuramente gli articoli della parte prima della nostra Costituzione che fissa sia i diritti sia i doveri del cittadino. Partendo da questi lo studente cresce sapendo che individualmente ha dei diritti ma anche dei doveri verso gli altri. Il rispetto dei diritti e dei doveri fa cresce il senso di appartenenza alla società e alla nazione. Cittadinanza che si qualifica e cresce ulteriormente quando si percorre la strada della partecipazione attiva alla vita sociale e della rappresentanza all’interno delle istituzioni. Le rappresentanze studentesche sono fondamentali per la vita democratica della comunità scolastica. La rappresentanza studentesca per gli allievi è una grande esperienza di dialogo, di relazione e di rispetto per gli altri e di pluralismo.

E’ un’ottima occasione per prepararsi a rappresentare da “grandi” cittadini e gli elettori nei livelli istituzionali più alti della vita democratica e nei partiti politici. Lo statuto delle studentesse e degli studenti risale ali primi anni duemila. E’ un documento molto importante perché contribuisce ad acquisire ulteriormente le competenze di cittadinanza, fa crescere il desiderio di partecipazione e di rappresentanza ed indica i diritti e i doveri degli studenti nella scuola italiana. E’ stato un traguardo molto importante che necessita però di qualche aggiornamento.

Fra i dodici punti per la “buona scuola” certamente nel documento governativo dello scorso autunno c’è attenzione e dichiarazione di impegno per migliore la nostra scuola e renderla più consona ai cambiamenti sociali del terzo millennio e alle necessità ed esigenze espresse dagli studenti.

Ci sono le proposte per la “scuola digitale” (punto 8 del documento) per migliorare i livelli culturali con l’introduzione o il potenziamento della musica, dello sport e della storia dell’arte (punto 9).

Altri impegni riguardano le nuove alfabetizzazioni (punto 10). Si vogliono potenziare le lingue straniere a partire dai sei anni e le competenze del digitale. Si prefigura anche una scuola fondata sul lavoro formalizzando l’alternanza scuola- lavoro (cultura del lavoro e non addestramento) che diventa obbligatoria negli ultimi tre anni di studi negli istituti tecnici e professionali (punto 11).

Sarà la volta buona per tutto questo? Io lo spero proprio.

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