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La polemica

Roncobello, il comitato attacca sindaco e parroco: “Profughi, nessun rispetto”

“Siamo stati defraudati di dignità e rispetto”. Gli esponenti del comitato “non accoglienza”, che da settimane protestano contro l'arrivo dei profughi a Roncobello, hanno scritto una lettera inviata alle famiglie del paese.

“Siamo stati defraudati di dignità e rispetto”. Gli esponenti del comitato “non accoglienza”, che da settimane protestano contro l’arrivo dei profughi a Roncobello, hanno scritto una lettera inviata alle famiglie del paese. Ce l’hanno soprattutto con il sindaco Andrea Milesi e con il parroco don Renato Villa per non aver comunicato la situazione agli abitanti. I profughi, ospitati nella casa Santa Maria del Carmine, messa a disposizione dalla Fondazione Portaluppi, non danno nessun problema.

Ecco la lettera inviata dal comitato “non accoglienza”:

“Con questo scritto vorremmo far sapere ai cittadini di Roncobello come siamo arrivati al presidio per la non accoglienza dei profughi. Innanzitutto il comportamento delle istituzioni che ci hanno messo al corrente della situazione tramite un articolo di giornale a cose fatte. Il sindaco anziché convocare immediatamente un consiglio comunale straordinario aperto al pubblico per conoscere il pensiero dei suoi cittadini, anche in previsione di un incontro con il prefetto, è partito per la Francia perdendo così tre giorni importanti. Con il presidio al ponte gli abbiamo dato altri quattro giorni per promuovere un incontro con i cittadini e niente, ha preferito portare il suo pensiero anche in occasione d’emergenza. Il sindaco ora dice che con un rappresentante dell’opposizione per essendo contrari all’arrivo dei profughi, dopo aver parlato con il prete, si sono trovati d’accordo per gestire nel migliore dei modi l’emergenza perché ordinata dall’alto. Il prete sapeva da circa un mese che vi era la possibilità dell’arrivo di profughi, perché era stato in loco con altro a visionare lo stabile. Secondo noi non doveva obbedire al silenzio, ma aveva l’obbligo nei confronti della comunità con cui vive di darne notizia almeno al sindaco. Inoltre il prete giudica i roncobellesi incapaci di integrarsi con nuove culture. Ora, ci chiediamo, è da oltre 20 anni che è in questa comunità, si è mai integrato? Come mai sono più le persone che hanno lasciato la chiesa di quelle che sono rimaste? Alla sua veneranda età sarà in grado di integrare con nuove culture? Dopo ciò che è stato descritto ci siamo sentiti defraudati di dignità e rispetto. Si è da subito pensato a una raccolta firme di dissenso contro il sistema imposto. Per la logistica ci siamo appoggiati al partito Lega Nord, ribadendo la volontà di non entrare in ideologie di partito. Poche persone in una comunità così piccola avremmo potuto accoglierle rendendogli dignità e rispetto e anche più tutelate dal punto di vista sanitario e della sicurezza. Con le firme raccolte tra gli abitanti del paese e il presidio al ponte, secondo noi, Roncobello ha dimostrato di essere un paese vivo che non accetta di vedersi togliere dignità e rispetto da decisioni di emergenza venute dall’alto”.

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