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L'opinione

L’accordo con gli ultrà dell’Atalanta di Percassi, un passo verso i violenti

L'intesa con i tifosi a processo per ritirare la querela sull'invasione del centro Bortolotti di Zingonia del 2010 con toni e metodi tutt'altro che amichevoli, va oltre il consueto stile del "non accusare", del tacere e lasciar correre.

Di Mauro Paloschi

Che gli attuali dirigenti atalantini non abbiano mai sgomitato nel condannare gli episodi violenti commessi dai loro ultrà è cosa nota. Ma l’accordo con i tifosi a processo per l’invasione del centro Bortolotti di Zingonia con toni e metodi tutt’altro che amichevoli, va oltre il consueto stile del "non accusare", del tacere, del lasciar correre.

Già, la società che fa capo ad Antonio Percassi ha di fatto ritirato la querela presentata dall’allora presidente Alessandro Ruggeri ai danni dei quaranta (40!) sostenitori che il 4 maggio 2010 invasero e danneggiarono "la casa dell’Atalanta" per protestare – con i loro metodi – contro la vecchia dirigenza.

La querela di parte, avanzata dall’ex presidente nerazzurro, verrà dunque rimessa a patto che questi "invasori" svolgano non meglio precisate attività di volontariato nella comunità Caritas di don Resmini.

Un atteggiamento simile a quello adottato solo pochi mesi fa per il terzino Andrea Masiello, condannato per calcioscommesse: un tentativo di espiare gravi colpe – anche se di altro tenore – attraverso la "penitenza" del volontariato. Insomma, una giustizia fatta in casa, con assoluzioni a proprio uso e consumo.

Ma dietro l’accordo con gli ultrà si intravede anche altro. Un’intesa che rappresenta un passo in avanti rispetto al semplice "silenzio-assenso" a cui eravamo abituati. Un tendere la mano ai violenti tifosi (purtroppo noti in tutta Italia) che mai si era visto negli oltre cento anni di storia atalantina.

Un cambio deciso di rotta, anche rispetto al passato più recente, visto che per esempio Ivan Ruggeri nel 1998 aveva speso parole decise di condanna verso i curvaioli più caldi. 

Un "abbraccio" Atalanta-ultrà che è stato accolto con stupore da gran parte dei tifosi, come dimostrano i commenti sul giornale e su Facebook. Al contrario non possiamo dire cosa pensino i "vip" della tribuna sulle condanne e sulle novità di lunedì, perché non hanno voluto rilasciare commenti (a parte l’ex sindaco Franco Tentorio).  

Un’intesa – checché ne dica il direttore generale Pierpaolo Marino che parla di "pentimento" dedotto da una lettera – che rafforza l’ipotesi di una "sintonia" tra società e ultrà. Avallata, tra l’altro, dal prestito agevolato del terreno di proprietà di Percassi, dove si svolge la famosa festa della Dea organizzata da Claudio Galimberti e compagni.

Bocia e soci che lunedì, per l’invasione di Zingonia, sono stati comunque assolti dal giudice Maria Luisa Mazzola: sentenza che rende così vano questo strano e "storico" accordo di ritiro della querela, arrivato stranamente proprio nel giorno della sentenza, dopo lunghi mesi di processo.

Come a voler sfidare la giustizia.

Come a volersi dichiarare superiori.

Come a volersi schierare dalla parte dei violenti. 

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