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In contropiede

Colantuono paga la sua ostinazione e anche le colpe di altri

L'esonero di Stefano Colantuono, cacciato dalla panchina dell'Atalanta, ha colto tutti di sorpresa. Il nostro Bore prova ad analizzare la decisione del presidente atalantino Antonio Percassi. Colantuono paga colpe non sue?

L’esonero di Stefano Colantuono, cacciato dalla panchina dell’Atalanta, ha colto tutti di sorpresa. Il nostro Bore prova ad analizzare la decisione del presidente atalantino Antonio Percassi. Colantuono paga colpe non sue?

Dire che la notizia era nell’aria non corrisponderebbe a realtà. Alzi la mano chi si aspettava questa mattina di accendere il computer e trovare la notizia dell’esonero di Stefano Colantuono. In fin dei conti a Bergamo non siamo mai stati abituati a vedere molti esoneri nel corso del campionato, neppure negli anni in cui le cose non andavano per il meglio. Insomma, Bergamo non è solita vedere situazioni che invece frequentemente capitano in altre piazze dove presidenti “padroni” (su tutti Zamparini e Cellino) decidono di cambiare i tecnici con la stessa frequenza con la quale si buttano a lavare i fazzoletti. Ma evidentemente qualcosa in questi giorni è successo anche in casa Atalanta. Nel momento in cui scrivo questo pezzo non sappiamo molto di più del laconico comunicato stampa apparso sul sito della società, che comunica l’esonero e la sostituzione del tecnico di Anzio con Edy Reja.

Di certo i cattivi risultati, la mancanza di gioco e, probabilmente, la pressione mediatica e di parte dei tifosi, hanno indotto la dirigenza atalantina a prendere questa decisione. E’ un dato di fatto: Colantuono – soprattutto nell’ultimo periodo – era in totale confusione, incapace di trasmettere alla squadra quella grinta che lo ha sempre caratterizzato. E aggiungo che certamente non ha avuto il coraggio di fare delle scelte tecniche che, seppur “dolorose”, andavano fatte. Mi riferisco in particolare all’ostinazione di tenere in campo alcuni “senatori” (su tutti Denis e Bellini), intestardendosi sulle sue decisioni e, alla luce dei fatti, sbagliando. Certo, pur non vivendole dall’interno, tutti noi sappiamo che ci sono delle dinamiche di spogliatoio, dei sottili equilibri che bisogna cercare di mantenere. L’allenatore è il primo che deve farlo.

Ma allora la curiosità mi assale: il presidente Percassi come giustificherà – sempre che lo faccia – questo esonero visto che fino a ieri sosteneva a spada tratta il mister? E’ fin troppo facile dire che quando si arriva ad un esonero la colpa non sia solo del tecnico, ma è il risultato di un fallimento di tutto l’ambiente. E allora cosa dire ad esempio dei numerosi “direttori” che l’Atalanta ha in organico? Pur essendo Colantuono un sergente di ferro forse qualcuno di loro avrebbe dovuto aiutarlo a comprendere che si stavano commettendo degli errori e cercare di porvi rimedio. Non è stato fatto: e allora, volendo pensare male, non è che si voleva arrivare davvero a questo punto?

Credo di essere sempre stato “onesto” nei confronti del mister, criticandolo quando era giusto ed esaltandolo quando le cose andavano bene. Fortunatamente durante il lungo periodo alla guida della Dea, per Colantuono ci sono stati più momenti positivi che negativi, anche se spesso molti tifosi l’hanno criticato per la mancanza di bel gioco. Una parte del tifo invece l’ha sempre sostenuto e mi riferisco alla curva Pisani, sempre pronta a dare il suo sostegno al mister anche nei momenti più difficili. Si chiude nel peggiore dei modi un capitolo bello, lungo e ricco di soddisfazioni.

Da oggi l’Atalanta è Edy Reja, tecnico navigato e certamente capace. Sono certo saprà portare la squadra alla salvezza. Sono assolutamente convinto – l’ho detto più volte – che l’Atalanta si sarebbe comunque salvata, anche con Colantuono, ma la verità è che ciò avverrà più per la pochezza tecnica delle altre “pericolanti” che non per la superiorità della squadra nerazzurra.

Il Bore

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