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Calcioscommesse

Cola-Zamagna indagati, l’Atalanta trema ancora: altra penalizzazione?

Con i due tesserati finiti tra i destinatari dell'avviso di chiusura delle indagini nell'inchiesta di Cremona sul calcioscommesse il club bergamasco torna a tremare: il rischio di una nuova penalizzazione, dopo gli otto punti già scontati, è ancora dietro l'angolo. Ma non sarà responsabilità diretta.

E l’Atalanta torna a tremare. Ancora una volta, come successo nel 2011 e nel 2012, quando il club bergamasco uscì con le ossa rotte dai due processi sullo scandalo del calcioscommesse che costarono ai nerazzurri ben otto punti di penalizzazione divisi in due stagioni (-6 per il campionato 2011-’12 e -2 per il campionato 2012-’13). Questa volta nel mirino della Procura di Cremona ci sono, oltre al già noto Cristiano Doni, anche l’attuale tecnico Stefano Colantuono e l’attuale d.s. Gabriele Zamagna che, secondo l’avviso di chiusura delle indagini, "in concorso tra loro, offrivano o promettevano denaro o altra utilità, o ne accettavano l’offerta o la promessa, e comunque compivano atti, anche fraudolenti, diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell’incontro di calcio Crotone-Atalanta in programma il 22-4-2011, in modo da conseguire il risultato finale di Over 2,5, conforme alle scommesse predisposte. A tal fine – scrive ancora il procuratore Roberto Di Martino – venivano compiute, tra le altre, le seguenti attività, anche fraudolente, tendenti alla manipolazione del risultato: Doni, unitamente all’allenatore Colantuono, al direttore sportivo Zamagna dell’Atalanta e a Nicola Santoni, concordava con il Crotone, squadra nella quale poteva contare sul portiere, poi nello specifico riserva, Emanuele Concetti, un Over con pareggio, di comune utilità per le due squadre, che puntualmente si verificava con il risultato di 2-2".

Per Colantuono e Zamagna il reato contestato è il 110 cp, concorso per frode sportiva, un’accusa non di poco conto che, se accertata dai vari gradi di giudizio, potrebbe portare all’Atalanta una nuova penalizzazione dopo il -6 di quattro anni fa e il -2 di tre anni fa. A questi due pesanti provvedimenti va poi aggiunta la lunga squalifica che ha tenuto Andrea Masiello lontano dai campi per quasi tre anni (il terzino è rientrato solo due settimane fa, l’1 febbraio per il match Atalanta-Cagliari) e il pugno duro che ha di fatto messo fine in anticipo alla carriera dell’ex capitano e uomo simbolo dei nerazzurri, quel Cristiano Doni finito in manette il 19 dicembre 2011 e mai più tornato a vestire la maglia atalantina nonostante il suo contratto sia stato regolarmente pagato fino al 30 giugno 2012.

Nonostante ci sia di mezzo un dirigente (per la prima volta) qual è Zamagna, non c’è nessun rischio per l’Atalanta che venga applicata la responsabilità diretta (la più grave e pesante): il d.s. in questione, infatti, non ha nessun potere di firma per il club. Sarebbe stato diverso solo nel caso in cui tra gli indagati fosse finito uno tra Antonio o Luca Percassi.

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