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Processo ultrà

Guarente non si presenta per il ginocchio: multa e convocazione coatta

Accompagnamento coatto per la prossima udienza e sanzione di 300 euro. E' il provvedimento preso dal giudice Maria Luisa Mazzola nei confronti dell'ex giocatore dell'Atalanta che non si è presentato in aula per la seconda volta consecutiva a causa di un problema al ginocchio

 Accompagnamento coatto per la prossima udienza e sanzione di 300 euro. E’ il provvedimento preso dal giudice Maria Luisa Mazzola nei confronti di Tiberio Guarente.

L’ex giocatore dell’Atalanta era stato convocato in aula per oggi, giovedì 22 gennaio, come testimone nel processo contro i tifosi atalantini accusati di una serie di reati da stadio avvenuti a partire dal 2006 e fino al 2012, su richiesta del pubblico ministero Carmen Pugliese.

Il 29enne centrocampista pisano, che non si era presentato alla convocazione di una settimana fa a causa di un problema al ginocchio con tanto di certificato medico che lo autorizzava a due giorni di riposo a letto, ha inviato un nuovo certificato nel quale viene dichiarato che in data odierna non sarebbe stato presente poichè doveva essere sottoposto a un’inflitrazione al ginocchio.

Un rifiuto che non è andato giù al pm Pugliese, che ha richiesto per Guarente la convocazione alla prossima udienza, quella in programma lunedì 26 gennaio all 9.15. Richiesta accolta da giudice Mazzola: il giocatore lunedì matttina sarà accompagnato a Bergamo dai carabinieri di Empoli, la città della squadra nella quale milita attualmente dopo essere passato da Siviglia, Bologna, Catania e Chievo Verona.

Il pm intende chiarire i rapporti della parte più calda della tifoseria atalantina con alcuni giocatori della squadra, ai tempi dei fatti incriminati.

Guarente, cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, nella quale ha militato (con una parentesi di tre anni al Verona) fino al 2010, è stato prima uno dei nerazzurri più amati dagli ultrà, per poi negli ultimi mesi finire sul banco degli imputati secondo loro per il suo scarso impegno in campo e la sua vita un po’ troppo mondana.

Un malcontento manifestato con uno striscione offensivo nei suoi confronti esposto in Curva Nord durante una partita. Il pm Pugliese vuole poi chiarire se oltre a quell’episodio Guarente sia stato vittime di minacce o fatti più gravi.

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