Ha creato tensione nel mondo sindacale la decisione del neosegretario della Cisl Annamaria Furlan di non aderire allo sciopero generale del 12 dicembre, proclamato invece da Cgil e Uil: “Non ci sono motivazioni valide per fermare il Paese – aveva commentato giovedì -: il Jobs Act sta cambiando in meglio e nemmeno la Legge di Stabilità giustifica uno sciopero generale”.
Una posizione condivisa anche dal segretario generale della Cisl di Bergamo Ferdinando Piccinini che spiega nel dettaglio perchè, da Bergamo, hanno deciso di seguire per filo e per segno la decisione presa a livello nazionale: “Credo che la Cisl, con le parole di Annamaria Furlan, abbia fatto bene a non aderire allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per i 12 dicembre – commenta -: una scelta coerente con quanto abbiamo fatto e stiamo facendo. Il ‘no’ allo sciopero? Perchè per noi è una scelta che spacca il fronte sindacale: uno sciopero generale e generico che rischia di essere ricondotto solamente al mero scontro politico. Noi ci stiamo muovendo in altre direzioni”.
Altre direzioni che, in concreto, significano innanzitutto un presidio previsto per il pomeriggio di mercoledì 26 novembre in via Tasso, fuori dagli uffici della Prefettura di Bergamo: “Lì porteremo le nostre proposte di modifica su alcuni temi della manovra economica e del Jobs Act: secondo noi un’astensione di otto ore dal lavoro è una presa di posizione troppo dura in relazione a quanto sta facendo il Governo. La manovra, seppur necessiti di opportune modifiche, garantisce più stabilità, soprattutto per i giovani. L’azione di Cgil e Uil dà l’immagine di un sindacato che cerca solamente lo scontro mentre ciò che servirebbe in questo momento è il confronto”.
D’accordo sul no allo sciopero generale e altrettanto d’accordo, invece, sull’astensione di Pubblico impiego e Scuola: “Sui temi specifici ci accodiamo allo sciopero – conclude il segretario generale della Cisl di Bergamo – Sono due categorie che aspettano da sei anni il rinnovo del contratto”.
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