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La denuncia

Discariche irregolari e bonifiche fantasma Anche in riva al Sebino

L'area interessata è quella di Sarnico, Costa Volpino, Foresto Sparso, Credaro, Villongo, Castelli Calepio: dall'Uria ad altri torrenti minori, sono tanti i corsi d'acqua che, come argini, si ritrovano strati di rifiuti, dalle guarnizioni agli scarti industriali che, ogni tanto, si riversano in acqua e scorrono fino a valle, immettendosi in altri fiumi o nel lago.

Gomma, plastica e altro materiale di scarto bruciato, discariche illegali che contaminano corsi d’acqua: è la cruda realtà fatta emergere da un’inchiesta del Corriere della Sera, a firma Amalia De Simone, sui rifiuti al Nord.

E non c’è solo il Sito di Interesse Nazionale di Pioltello Rodano, in provincia di Milano: anche la Bergamasca è interessata dal fenomeno, in particolare nella zona del lago d’Iseo.

L’area battuta è quella di Sarnico, Costa Volpino, Foresto Sparso, Credaro, Villongo, Castelli Calepio: dall’Uria ad altri torrenti minori, sono tanti i corsi d’acqua che, come argini, si ritrovano strati di rifiuti, dalle guarnizioni agli scarti industriali che, ogni tanto, si riversano in acqua e scorrono fino a valle, immettendosi in altri fiumi o nel lago. Viaggiano così i veleni che, tramite l’irrigazione dei campi, si infiltrano poi anche nel terreno. O nell’aria, a causa di non rari roghi tossici accesi per smaltire soprattutto gomma e plastica. Rifiuti tossici e nocivi che, a Costa Volpino, prendono la forma di grosse macchie arancioni che si impadroniscono della superficie del lago: colpevoli le discariche che, negli anni ’70, hanno ospitato i rifiuti siderurgici delle aziende della zona. Ma i problemi di bonifica, ha spiegato il comandante del corpo forestale di Bergamo Rinaldo Mangili al Corriere, permangono anche oggi: analisi e campionamenti sul territorio hanno fatto emergere anche rifiuti speciali smaltiti in modo irregolare sul territorio, insieme a tracce di metalli pesanti e di arsenico.

Il problema sorge soprattutto nei giorni di pioggia quando il livello dell’acqua sale fino a toccare gli argini ed entra in contatto con i materiali nocivi: l’avvelenamento è silenzioso ma, negli anni, porta a malattie molto gravi per la popolazione.

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