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Il lutto

Addio “capitano”: morto Robin Williams, forse si è tolto la vita fotogallery

Il mondo del cinema e dello spettacolo piange Robin Williams. Il "capitano", l'amato prof dell'Attimo fuggente è stato trovato soffocato nella notte nella sua casa, in California. Secondo la polizia si tratterebbe di suicidio. Ecco il testo di Whitman: "O Capitano, mio Capitano".

Il mondo del cinema e dello spettacolo piange Robin Williams. Il "capitano", l’amato prof dell’Attimo fuggente è stato trovato soffocato nella notte nella sua casa, in California. Secondo la polizia si tratterebbe di suicidio. L’attore aveva 63 anni e soffriva di depressione. 

"Ho perso mio marito e il mio miglior amico. Il mondo ha perso uno dei migliori artisti e persone", ha scritto in una nota la moglie di Williams, Susan Schneider.

Tra le sue interpretazioni più note, oltre a "L’attimo fuggente" di Peter Weir, "Mrs. Doubtfire", "Good Morning Vietnam", "Hook – Capitan Uncino".

Robin Williams, poliedrico, grande interprete di personaggi più disparati, ha vinto un Oscar nel 1997 come miglior attore non protagonista per ‘Good Will Hunting’ diretto da Gus Van Sant e con la sceneggiatura di Matt Damon e Ben Affleck.

Era diventato noto al grande pubblico negli anni Ottanta con la serie Tv "Mork & Mindy".

Quando sono arrivati i soccorsi nell’abitazione di Tiburon, Williams era già morto.

Secondo lo sceriffo Williams è deceduto per asfissia, ma soltanto l’autopsia sarà in grado di dare una risposta certa. "Negli ultimi tempi combatteva con una grave depressione" ha spiegato la sua addetta stampa Mara Buxbaum.

L’ultima volta che Williams era stato visto vivo era domenica sera alle 22.

Per ricordarlo, ecco il testo di Walt Whitman il cui titolo, indimenticabile, ha caratterizzato il film più amato di Robin Williams, "L’attimo fuggente": quando il prof sta per essere allontanato dalla scuola e uno studente sale in cattedra e lo chiama Capitano! Mio Capitano!, seguito da tutti gli altri allievi, in un coraggioso moto di ribellione.

O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,

la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato,

vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,

occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;

ma o cuore! Cuore! Cuore!

O gocce rosse di sangue,

là sul ponte dove giace il Capitano,

caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;

risorgo – per te è issata la bandiera – per te squillano le trombe,

per te fiori e ghirlande ornate di nastri – per te le coste affollate,

te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;

ecco Capitano! O amato padre!

Questo braccio sotto il tuo capo!

E’ solo un sogno che sul ponte

sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,

non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,

la nave è all’ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,

la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;

esultate coste, suonate campane!

Mentre io con funebre passo

Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,

caduto, gelido, morto.

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