Quattro ore di rilievi approfonditi su auto e furgone di Massimo Giuseppe Bossetti, senza tralasciare il minimo particolare.
Si sono svolti martedì mattina a Parma gli accertamenti del Ris sulla Volvo grigia familiare e sul furgone Iveco del 44enne di Mapello, in carcere dallo scorso 16 giugno con la pesante accusa di aver barbaramente ucciso Yara Gambirasio il 26 novemebre 2010.
Gli esperti del Reparto Investigazioni Scientifiche hanno analizzato i mezzi del muratore alla ricerca di indizi legati a quella drammatica sera. In particolare tracce biologiche, come saliva, sangue o frammenti di pelle, riconducibili alla 13enne di Brembate Sopra.
Nell'automobile sono state raccolte tracce di ogni tipo sopra i sedili e anche sotto, sui tappetini, sul cruscotto e in ogni parte della vettura, che saranno poi analizzate in laboratorio per confrontarle con i reperti sequestrati nel campo di Chignolo d'Isola dove fu trovato il cadavere di Yara e stabilire se siano compatibili. Lo stesso lavoro, che proseguirà nelle prossime ore, è stato eseguito sul furgone. Per i risultati ci vorranno diversi giorni.
La fase successiva, iniziata in serata, è stata quella del luminol, il reagente chimico che al buio permette di rilevare possibili macchie di sangue.
Oltre ai Ris erano presenti il genetista Giorgio Portera per la famiglia Gambirasio, e i due consulenti di Bossetti nominati dagli avvocati: Sarah Gino, che fa parte del laboratorio di scienze criminalistiche del dipartimento di anatomia dell'Università di Torino, che tra l'altro in passato si è occupata anche di casi delicati come quello di Melania Rea e di Meredith Kercher, e Monica Omedei, del dipartimento di sanità dello stesso ateneo.
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