"C'è coincidenza univoca di Dna tra le tracce repertate sui vestiti di Yara Gambirasio e i peli e i capelli trovati sopra e intorno al suo corpo". Lo dice il professor Fabio Buzzi, responsabile dell'Unità operativa di Medicina legale e Scienze Forensi dell'Università di Pavia, in un'intervista andata in onda venerdì sera a "Segreti e delitti" su Canale 5.
Il suo dipartimento è stato incaricato dalla Procura di Bergamo di analizzare i reperti peliferi (peli e capelli) trovati sopra e intorno al corpo di Yara Gambirasio. La sua relazione ufficiale - che sarà depositata a breve alla Procura - conferma che sul corpo della tredicenne di Brembate sono stati trovati reperti peliferi di Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo indagato e ora in detenuto in carcere a Bergamo per l'omicidio di Yara Gambirasio.
Ai microfoni di "Segreti e delitti" il professor Fabio Buzzi ha rivelato che esiste una coincidenza univoca di Dna tra le tracce repertate sui vestiti di Yara Gambirasio e i peli e i capelli trovati sopra e intorno al suo corpo, confermando che è stato riscontrato il dna di Ignoto 1 (che per la Procura di Bergamo è Massimo Giuseppe Bussetti) anche sui reperti piliferi: "Quindi questo dà maggior forza ovviamente a chi dovrà poi procedere all'identificazione personale, che a noi non riguarda, nel senso di individuare nome e cognome, eccetera eccetera. Perché l'aver trovato tracce di materiale biologico addosso agli indumenti di Yara, oltre che formazioni pilifere apposte sugli indumenti, è chiaro che dà una forza intuitivamente maggiore a questi due riscontri".
Sul fatto che si trattasse di peli o di capelli, ha continuato, "noi non facciamo delle distinzioni". Ma si è assolutamente certi che i peli o i capelli di Ignoto 1 fossero su Yara? Il professore non ha dubbi: "Esattamente. E questo rafforza l'altra indagine condotta collateralmente sulle cosiddette macchie, sul materiale biologico invece apposto, assorbito dagli indumenti".
Ma Carlo Previderè, che si è occupato direttamente dell’analisi delle circa 200 tracce pilifere trovate sul corpo e sui vestiti di Yara (oltre che dei dna di Ester Arzuffi e del figlio Massimo Giuseppe Bossetti) smentisce che su questi reperti sia stato individuato il dna dell’indagato: "Dalle nostre analisi non è emersa nessuna compatibilità di profili genetici".
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