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Bergamo

Incastrato dal Dna, in cella 44enne di Mapello L’accusa: “Ha ucciso Yara” fotogallery video

Il presunto killer di Yara Gambirasio ha un nome: Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore, sposato e padre di tre figli. Il suo Dna prelevato durante un controllo stradale domenica sera. Lo shock della moglie e dei figli. Il Questore Fortunato Finolli: "Contento per la risoluzione del caso, ma aspettiamo la magistratura". Il procuratore Francesco Dettori: "Fase delicatissima, diamo all'indagato quel minimo di garanzie previste dalla Legge". L'avvocato di Bossetti, Silvia Gazzetti: "E' sereno, nega tutto e si è avvalso della facoltà di non rispondere".

Ignoto 1 ha un volto. Avrebbe gli occhi azzurri e un pizzetto biondo. E un nome: Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni di Mapello, sposato e padre di tre figli di professione muratore (leggi chi è). “Ignoto 1” è l'assassino di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 all'uscita dalla palestra comunale. Una scomparsa che tenne con il fiato sospeso l'Italia intera, fino a quel sabato pomeriggio del 26 febbraio 2011 quando il cadavere della piccola Yara venne ritrovatoin un campo a Chignolo d'Isola. Qualcuno l'aveva rapita e poi uccisa. Dopo 44 mesi di indagini, nel tardo pomeriggio di lunedì 16 giugno, i carabinieri hanno arrestato Ignoto 1. Un insospettabile mostro. Un killer che ama gli animali e si dedica con passione ai tre figli, un maschio e due femminucce, nella casa di via Piana di Sopra a Mapello.

INCASTRATO IN UN CONTROLLO STRADALE

Le lunghe indagini del pm Letizia Ruggeri hanno sempre battuto la pista del Dna. Oltre 18mila i profili raccolti e passati al setaccio, dalla discoteca di Chignolo d'Isola fino su, a Gorno, nella Valle del Riso alla caccia di quel figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus deceduto nel 1999. E proprio dal Dna prelevato domenica sera durante un controllo stradale, dopo essere stato sottoposto al test dell'etilometro, è stato individuato quell'ignoto 1. Controlli incrociati, verifiche e infine le manette. Il Dna dell'assassino di Yara è “perfettamente coincidente” con quello di Massimo Giuseppe Bossetti. I carabinieri lo hanno arrestato in un cantiere di Seriate lunedì verso le 17. Più tardi nella caserma di via delle Valli a Bergamo verrà portata la sua auto, una Volvo Station Wagon di colore grigio e un furgoncino bianco, lo stesso che per mesi era stato indicato da più testimoni che avevano sentito delle urla provenire da un furgonato bianco quella sera a Mapello.

Tutto torna? No. Bossetti prima nega tutto davanti al pm Letizia Ruggeri che lo interroga nella caserma dei carabinieri di Bergamo.

Poi, assistito dall'avvocato Silvia Gazzetti, si avvale della facoltà di non rispondere e respinge tutte le accuse che gli sono state rivolte. Anzi, proprio il difensore d'ufficio all'uscita dal lungo interrogatorio descrive Bossetti “sereno”. In caserma arriva anche la moglie di Bossetti, che si nasconde davanti alle telecamere spaventata, sotto shock. Un incubo le si spalanca davanti. Quello che tutti chiamano mostro, e sarebbe il presunto killer di Yara, è suo marito, l'uomo dal quale ha avuto tre figli. Non è la sola. In Valle Seriana c'è la madre di Bossetti, Ester Arzufi, 67 anni che avrebbe anche un altro figlio maschio. È lei che avrebbe avuto una relazione segreta con Giuseppe Guerinoni, l'autista di autobus deceduto nel 1999 all'età di 61 anni. È davvero Bossetti l'assassino di Yara? Il pensiero corre a Fikri, il muratore maghrebino prima arrestato e poi prosciolto.

Se dentro la caserma dei carabinieri di Bergamo si svolge l'interrogatorio con accuse ben precise, fuori, sul marciapiedi che costeggia la circonvallazione tra giornalisti, fotografi e telecamere si raduna una folla. Casalinghe che hanno visto alla tv l'annuncio dell'arresto del killer di Yara, pensionati, giovani che passano in moto e si fermano. E sarà la folla che alle 21.26 quando il corteo di auto dei carabinieri e della polizia escono dai cancelli della caserma sentenziano la loro condanna a caldo: “Bastardo!” “Assassino”.

E quando le sirene si allontanano, è la stessa folla che si rivolge verso la caserma con un lungo applauso. Sembra l'epilogo di un lungo pomeriggio. Ma così non è. Ora si dovrà attendere che la giustizia faccia il proprio corso.

IL QUESTORE E IL PROCURATORE DI BERGAMO

“Sono contento per come si sono svolte le indagini e per come si sia risolvendo il caso di Yara Gambirasio, ma aspettiamo i passaggi che la magistratura deve compiere”. Afferma il questore di Bergamo Fortunato Finolli che aveva promesso ai genitori di Yara il massimo impegno nell'individuare l'assassino di Yara.

“Siamo in una fase delicatissima, prima di diffondere altri dettagli sull'indagine bisognerà attendere la convalida del fermo da parte del gip. Rispettiamo almeno la procedura e diamo all'indagato quel minimo di garanzie previste dalla Legge” aggiunge il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori.

LA TELEFONATA A MAMMA MAURA E PAPA' FULVIO

A dare l'annuncio dell'arresto del presunto killer di Yara alla famiglia Gambirasio, a mamma Maura e a papà Fulvio è stato lo stesso pubblico ministero Letizia Ruggeri.

IL DRAMMA DELLE FAMIGLIE

L'arresto di Bossetti spalanca un enorme dramma anche in altre famiglie. La prima è quella della madre del muratore 44enne, una donna di 65 anni, Ester, che da una relazione clandestina con Giuseppe Guerinoni ha avuto anche una gemella di Massimo, poi si è sposata e ha avuto un altro figlio. La donna avrebbe ascoltato il grido di dolore della mamma di Yara, gli appelli perché si facesse luce e giustizia lasciandoli cadere nel vuoto. Dall'altra la famiglia di Guerinoni. Se finora l'ipotesi di un figlio illegittimo del proprio marito o padre era una pista investigativa, ora è diventata amara verità.

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