I 117 voti di vantaggio? Un ricordo. Fabio Terzi, 42 anni, piccolo imprenditore, alle 9 di martedì 10 giugno sarà proclamato sindaco di Albino e già pensa ai suoi atti da primo cittadino. “Ma non mi si chiede che cosa farò nei primi cento giorni – premette – non voglio inutili scadenza, ciò che conta sono i fatti”.
Va bene. Non diamo scadenze. Ma che cosa le piacerebbe fare tra le sue prime azioni?
“Per prima cosa voglio capire a che punto sono i lavori delle scuole elementari di Comunenduno. Doveva essere completata e già inaugurata. Sia chiaro, non ci tengo a passare per quello che ama il taglio del nastro, ma se un edificio è stato ultimato ed è pronto voglio sapere perché. Mi piacerebbe che fosse ultimato per settembre per permettere ai bambini di avere una nuova scuola”.
Poi che cosa vorrebbe fare?
“Ci sono opere interamente finanziate e mai concluse, penso al ponte che attraversa il Serio e la pista ciclo-pedonale. Il primo è fermo alle fondamenta, la seconda è stata realizzata per metà. I fondi ci sono, vediamo di chiudere i lavori e dare queste opere ai cittadini che ne necessitano”.
Insomma, bisogna solo rimboccarsi le maniche…
“Sì, ci sarebbe anche il cimitero che va sistemato, ma pian piano voglio vederci chiaro in tutte le cose. Ho ricevuto diverse segnalazioni suo disservizi e voglio risolverli al più presto”.
Via Mazzini: come pensa di intervenire?
“Interverremo su due fronti. Il primo a breve è la riapertura al traffico della via, ora al mattino è intasata di corrieri e il pomeriggio con la chiusura i commercianti sono fortemente penalizzati. Il secondo fronte è la progettazione per la riqualificazione di questa arteria principale con un adeguato arredo urbano e la creazione di parcheggi, ma qui dovremo vedere i fondi a nostra disposizione”.
Conosce bene la macchina amministrativa?
“Sì, sono stato dieci anni in consiglio comunale. Qualcosa ho imparato anche quando stavo all’opposizione”.
A proposito di consiglio comunale, qualcuno dice che vi spaccherete già all’inizio?
“Non credo proprio, siamo una squadra compatta che ha lavorato molto bene. Il risultato elettorale è lì da vedere. Siamo stati in vantaggio al primo turno e al secondo. Non era facile riportate a votare il nostro bacino elettorale, la sinistra solitamente è più disciplinata, e infatti se vede che il vantaggio di 280 voti al primo turno si è ridotto a 117 al ballottaggio”.
Come ha vissuto questo primo giorno dopo la vittoria a sindaco?
“Sono ancora in uno stato limbiale – risponde sorridendo – siamo stati in testa al primo turno e ancora al ballottaggio, anche se con un margine risicato è stata una vittoria bellissima. Era difficile riportare alle urne il nostro elettorato, generalmente meno disciplinato di quello del centrosinistra. E poi abbiamo espugnato la meravigliosa macchina di guerra della sinistra che in centro ad Albino è fortissima”.
Qualcuno vi accusa di aver promesso troppo, in particolare a Vallalta dove avete fatto man bassa di voti. Quelli determinanti.
“Ribalterei questa prospettiva. Forse erano loro che avevano promesso molto cinque anni fa e poi non hanno realizzato nulla. Con la mia squadra da aprile abbiamo battuto tutte le frazioni, loro si sono presentati pochi giorni prima del ballottaggio, quasi – mi si permetta di dirlo – mendicando il voto. Gli elettori hanno scelto noi anche per questo, per il rapporto e il dialogo che abbiamo saputo costruire. Forse uno può anche fare poche opere pubbliche, ma non deve mai abbandonare o ignorare chi rappresenta”.
Una lezione che ha imparato stando all’opposizione?
“Sì, una lezione che mi è servita in campagna elettorale e che mi servirà ancora di più da oggi”.
commenta