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L'intervista

“Lascio il Movimento, Grillo e Casaleggio hanno rovinato tutto”

Pietro Brambillasca è un nome a molti sconosciuto. Non agli attivisti del Movimento 5 Stelle di Bergamo, che negli ultimi quattro anni hanno diviso con lui conquiste, delusioni e soprattutto tanto lavoro organizzativo. Nonostante sia stato sempre dietro le quinte, Brambillasca è diventato un punto di riferimento per molti bergamaschi che si sono avvicinati al Movimento guidato da Beppe Grillo. E' proprio il leader nazionale il motivo dell'abbandono dell'attivista. Con una lunga nota su Fb Brambillasca ha infatti annunciato l'addio al M5S.

Pietro Brambillasca è un nome a molti sconosciuto. Non agli attivisti del Movimento 5 Stelle di Bergamo, che negli ultimi quattro anni hanno diviso con lui conquiste, delusioni e soprattutto tanto lavoro organizzativo. Nonostante sia stato sempre dietro le quinte, Brambillasca è diventato un punto di riferimento per molti bergamaschi che si sono avvicinati al Movimento guidato da Beppe Grillo. Ed è proprio il leader nazionale il motivo dell’abbandono dell’attivista che con una lunga nota su Fb ha annunciato l’addio al M5S. “La possibilità di farlo evolvere è inesistente, almeno per conto mio. Mi sono stufato di lottare contro i mulini a vento, di respirare continuamente la retorica dell’emergenza, che a niente serve se non a impedire scientemente le riflessioni sulle questioni – scrive sul social network. Lo sfogo è stato condiviso e ripreso in ogni parte d’Italia.

Per il Movimento di Bergamo è una defezione pesante. Lei è tra gli attivisti più “vecchi”, parte integrante della struttura organizzativa. Come mai ha deciso di lasciare? “E’ un lutto che elaboro da mesi, ora mi sono convinto. Purtroppo dal 2010 penso che la dimensione nazionale del Movimento 5 Stelle avrebbe rovinato tutto. Tanta gente ha scambiato questa possibilità di cambiare l’Italia per un pullman personale”.

C’è qualcosa che salva? “Senza dubbio la parte locale. E’ nata sana ed è pensata per una crescita sana. Non è un caso che chi si salva e tiene duro è proprio perché ha un impegno locale da portare avanti. E’ in quella dimensione che le persone possono confrontarsi. Sono contento che Marcello Zenoni, candidato sindaco a Bergamo, prosegua il lavoro con la sua lista. Gli darò una mano da esterno”.

Quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Le quattro espulsioni di settimana scorsa? “Non conosco i quattro senatori, però sono convinto che il metodo giusto non può essere quello adottato. Così non si va da nessuna parte, vincono solo le pulsioni intestinali”.

Eppure Grillo ha lanciato la sua creatura politica proprio così, stuzzicando le pulsioni degli italiani. “Quella dimensione mediatica è un cesso insopportabile. Parliamoci chiaro: la ditta Grillo-Casaleggio è una delle tante anomalie di questo paese. Nessuno la vede, tutti la tollerano. Se sei una persona intellettualmente onesta, smetti di tollerarla. Io sono entrato nel momento dell’”uno vale uno” e della partecipazione, ora c’è il “mandiamoli tutti a casa”. Cambia il messaggio, cambia la base, ma l’obbiettivo è sempre e solo allargare il consenso con persone a cui è sufficiente una comunicazione umorale. Non si può andare avanti così”.

Pensa che qualcuno la seguirà? “Molte persone sono scontente. Non sogno che collassi l’idea perché siamo di fronte a un grande capitale umano. Però penso che qualcosa cambierà”.

Il Movimento perde solo un attivista o anche un elettore? “Sul locale rimango decisamente un elettore del Movimento 5 Stelle. Sul nazionale vedrò gli sviluppi”.

Grillo ovviamente non la chiamerà. Anzi, ha risparmiato un’espulsione. “Le dico solo una cosa: Beppe Grillo, quando è venuto in campagna elettorale, non si è fermato nemmeno cinque minuti a parlare con noi attivisti. Mi sembra un messaggio chiaro”.

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