Carlo Pesenti si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup. Lo strappo tra Italmobiliare, di cui Carlo Pesenti è consigliere, e il colosso che edita il Corriere della Sera si è consumato venerdì 14 febbraio per alcune scelte industriali "non pienamente condivise", come riporta il quotidiano di via Solferino.
E qui si devono leggere le ultime scelte dell’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane. Anche se meno di una settimana fa Pesenti aveva difeso le scelte del consiglio di amministrazione di fronte agli attacchi scritti in una lettera di Diego Della Valle, il patron di Tod’s, a cui cui fa capo l’8,9% di Rcs.
Della Valle contestava la vendita della sede storica del Corriere della Sera, in via Solferino-San Marco al fondo americano Blackstone per 120 milioni di euro; l’assegnazione della raccolta pubblicitaria per il Corriere alla concessionaria Publikompass, la stessa de La Stampa, storica proprietà della famiglia Agnelli e, infine, la chiusura di alcuni periodici Rcs come "Il Mondo".
"Della Valle ha un carattere passionale, nelle cose che dice alcune volte ci azzecca altre meno. Anche nei contenuti della lettera alcune cose sono condivisibili altre meno – aveva dichiarato Carlo Pesenti -. Il cda di Rcs ha preso decisioni responsabili. Poi uno può avere posizioni più o meno critiche sui temi industriali e su questo ci si confronta".
Ma il confronto tra Pesenti e Scott Jovane è finito venerdì scorso. Nove mesi fa, il 17 maggio 2013 Giampiero Pesenti, presidente di Italmobiliare e padre di Carlo, aveva rassegnato le dimissioni dalla presidenza del patto di sindacato di Rcs Mediagroup.
Le decisioni, prima di Giampiero e la recenti di Carlo Pesenti, non significano un addio al mondo della carta stampata per i Pesenti. Il gruppo Italmobiliare vanta infatti, oltre al 3,8% in Rcs Mediagroup, partecipazioni in Poligrafici Editoriale (che pubblica Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione), in Sesaab (L’Eco di Bergamo, Bergamo Tv, La Provincia di Como, Sondrio e Lecco; Orobie; Il Cittadino di Monza e Brianza) e il 33% in Società Editrice Siciliana che pubblica La Gazzetta del Sud.
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