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Gioielli coi soldi pubblici? “Controlli diminuiti per il taglio dei revisori” fotogallery

Alberto Carrara, presidente dell'ordine dei commercialisti e degli esperti contabili, commenta il caso del Comune di Stezzano, dove la responsabile della contabilità è stata arresta con l'accusa di aver sottratto circa 130 mila euro dalle casse comunali in due anni per acquistare gioielli.

Per quasi due anni ha comprato gioielli per un valore di circa 130 mila euro con i soldi del Comune di Stezzano, in cui era la responsabile della contabilità. Da sabato scorso Lorendana Zenca, 56 anni, si trova nel carcere di via Gleno. Davanti al magistrato Giancarlo Mancusi e al giudice per le indagini preliminari Alberto Viti ha ammesso di aver fatto tutto da sola. Quasi a voler scagionare qualcun altro.

Ad indagini ancora in corso quindi mancando diversi elementi, rimangono aperte diverse domande: come sia riuscita ad eludere controlli e verifiche: dagli amministratori comunali ai revisori dei conti? Possibile che nessuno se ne sia accorto tra i colleghi? La legge Bassanini che stabilisce i compiti dei responsabili di settore è forse da mettere in discussione?

Sgombriamo il campo: non intendiamo rivolgere nessuna accusa. Si tratta solamente di capire. Abbiamo chiesto ad Alberto Carrara, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bergamo (www.odc.bg.it) di aiutarci a comprendere.

Presidente, come è possibile per una responsabile del settore finanziario riuscire a sottrarre una cifra simile senza che colleghi, amministratori comunali e revisori dei conti non si siano accorti di questi ammanchi?

"In questo momento è impossibile fare delle ipotesi in quanto qualsiasi scenario non è supportato da un livello di conoscenza sufficiente relativo alla vicenda. Bisognerebbe innanzitutto capire che tipo di eventuale falsificazione documentale sia stata fatta e capire come sia organizzato il Comune di Stezzano da un punto di vista della divisione delle funzioni all’interno del settore amministrativo".

Divisioni che servono per i controlli incrociati all’interno della macchina amministrativa?

"Uno dei principi cardine dell’amministrazione sia delle aziende private che degli enti pubblici è che ci sia una divisione della funzioni dei vari ambiti in modo tale che i soggetti diversi siano portatori di interessi contrapposti. In parole povere, l’addetto incaricato al pagamento, normalmente, deve essere un soggetto diverso da chi sottoscrive l’ordine di acquisto. Questa è una ottima regola che riduce il rischio. Ma non sappiamo, anche in conseguenza della riduzione dei costi della macchina amministrativa, che all’inizio degli anni Novanta rappresentò il primo obiettivo della riforma Bassanini, di fronte alla impetuosa crescita del debito pubblico, quale sia la situazione della pianta organica del Comune di Stezzano. Potrebbe anche essere che sia stato adottato un accentramento delle funzioni in conseguenza alle mancate assunzioni degli ultimi anni, quando il personale andava in pensione".

Sotto quale voce e a quali capitoli potevano essere imputati tali acquisti?

"Non sapendo come operava questo soggetto è impossibile fare delle ipotesi realistiche. Potrebbero essere spese di parte corrente imputate in qualche capitolo. In assenza di qualsiasi informazione puntuale su quanto avvenuto è impossibile esprime una valutazione su come abbia operato".

Non c’è un controllo anche esterno affidato ai revisori contabili?

"Bisogna tener conto che negli anni la funzione di revisione degli enti locali è stata via via depotenziata passando da un collegio di tre revisori ad un revisore unico, dando nel contempo al revisore unico obblighi di natura informativa sempre maggiori, ad esempio nei confronti della Corte dei Conti. Il revisore dei conti è deputato al controllo tendente alla trasparenza e rendicontabilità della spesa pubblica".

Come vengono svolti questi controlli?

"In generale, le verifiche vengono quindi fatte a campione in quanto il primo presidio deve derivare dall’organizzazione comunale stessa. I controlli sono relativi alle rendicontazioni sul bilancio preventivo, consuntivo, alle rendicontazioni richieste dalla Corte dei Conti e alle verifiche di cassa economali. Le modalità di svolgimento della revisione è dettata prima di tutto dall’articolo 239 del Testo Unico Enti Locali. Il Revisore, avvalendosi della tecnica di campionamento deve effettuare periodiche verifiche sulla regolarità contabile-finanziaria-economica attraverso (a titolo esemplificativo…); l’analisi dell’acquisizione delle entrate e effettuazione delle spese. Vale a dire deve fare un campionamento su mandati, reversali (verificare che siano fatte secondo la normativa, da chi ha il potere di firmarle alla loro contabilizzazione, verificando che le spese e le entrate siano preventivamente messe a bilancio e imputate al conto giusto)".

Oltre a queste attività?

"C’è poi l’attività contrattuale,  cioè la verifica dei contratti di fornitura/servizi e appalti in essere, se seguono le regole del codice degli appalti; verifica degli equilibri di bilancio e del rispetto del patto di stabilità; verifica di sugli agenti contabili vale a dire verifiche periodiche di cassa, tesoreria, depositi bancari e postali; verifica degli adempimenti contabili – i rapporti con le partecipate E’ impossibile ne del resto richiesto che un revisore unico possa verificare tutte le operazioni poste in essere per l’amministrazione comunale. Si ribadisce che è l’organizzazione dell’ente che deve effettuare i controlli di primo livello. Nell’ipotesi in cui fossero stati falsificati dei documenti diventerebbe veramente difficile per il revisore individuare la non conformità. Il revisore non ha potere di indagini analoghi a quelli della Guardia di Finanza".

Sullo sfondo di questa vicenda la legge Bassanini, che assegna incarici e ruoli decisivi ai responsabili di settore, crede che debba essere corretta o modificata?

"La legge Bassanini sullo snellimento dell’attività amministrativa, stabilisce una divisione netta di funzioni tra il ruolo di indirizzo dell’amministratore pubblico e lo svolgimento dell’attività posta in campo dai funzionari. Non si può mettere in discussione un modello per il comportamento che allo stato attuale appare censurabile di un funzionario infedele. Bisognerebbe come sempre guardare ai tanti Comuni dove i funzionari svolgono il proprio lavoro con grande fatica per adempiere a incombenze e scadenze dove i revisori, tra mille difficoltà e mal pagati oggi svolgono funzioni una volta affidate a un collegio di più revisori. Si è purtroppo pensato, negli enti pubblici come per le società private che un allentamento degli organi di controllo potesse portare benifici economici, non comprendendo appieno la delicatezza ed importanza delle funzioni svolte anche in un ottica di deterrenza nei confronti di comportamenti posti in essere a danno dell’Ente".

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