“Non farò più stupidate, solo tanti gol. Voglio mettere in pratica quello che ho imparato da Eto’o quando ero all’Inter”. La prommessa di Marko Livaja per il nuovo campionato è una di quelle da leader. Per l’attaccante croato quella che sta per iniziare potrebbe essere la stagione della consacrazione.
Con un posto da titolare all’Atalanta e anche un nuovo ruolo: “Mi piace parecchio la nuova posizione, perché ho più spazio in cui muovermi. Ma anche quando arrivai in Italia, a Cesena, giocavo esterno –ha raccontato Livaja a La Gazzetta sportiva-. In Croazia giocavo dietro la punta, ho fatto anche il centrocampista. Poi in Under 15 trovai come allenatore Ivan Gudelj, ex giocatore dell’Hajduk, e lui mi impostò come prima punta. Colantuono mi dice ‘torna indietro, torna indietro’… Io sono un attaccante e mi piace stare vicino alla porta. Però mi rendo conto che nel calcio moderno bisogna saper attaccare e difendere".
Tanti buoni propositi, a patto che l’attaccante ribelle eviti qualche sbandata fuori dal campo avuta nella scorsa stagione: "Adesso faccio il tranquillo, non faccio più stupidate come quelle dell’anno scorso. Per il mio bene, prima di tutto, e poi per la società, l’allenatore, i compagni. Devo cambiare. L’obiettivo di quest’anno è andare in doppia cifra". Magari seguendo gli insegnamenti degli anni interisti: "Non ho idoli, però mi piacciono Ibrahimovic e Drogba. Quelli potenti. Eto’o? Mi sono allenato con lui all’Inter 3-4 volte. Fortissimo. Un animale".
Poi il croato ripercorre la sua, ancora breve, storia calcistica: "Ho lasciato la Croazia a 17 anni. Tramite l’Inter arrivai a Lugano. Non fu facile: non capivo una parola, per fortuna c’erano due croati e due serbi, ma parlavano sempre tedesco… E poi non potevo giocare in campionato: è dura allenarsi tutta la settimana e poi stare davanti alla tv. Ora invece sono proprio contento: sono titolare in Serie A, il campionato più difficile del mondo. È il motivo per cui ho scelto l’Atalanta".
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