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Fatti e misfatti

Calcioscommesse, inutile quella marcia dell’orgoglio Doni-Mauri: che epilogo

Luciano Passirani torna a parlare di calcioscommesse e delle sentenze che da una parte costarono all’Atalanta 8 punti di penalizzazione e una pesante squalifica per Cristiano Doni mentre dall’altra hanno graziato la Lazio e punito con soli 6 mesi di squalifica Stefano Mauri.

di Luciano Passirani

Tanto brontolò che alla fine Daniele Belotti non ce l’ha fatta a non tuonare. E che tuono, in buona compagnia dell’Onorevole Giacomo Stucchi e delle rispettive consorti, lampi contro il sottoscritto, complice una calda domenica di agosto, accusato di avere sempre contestato l’utilità ma anche la credibilità della famosa marcia della dignità atalantina.

“Adesso dopo la scandalosa sentenza su Mauri e la Lazio, vorrai finalmente scrivere che la marcia doveva essere fatta”.

Queste le parole di Daniele a riaprire il dibattito e per forza di cose ad alimentare altre polemiche sulle vicende legate alle sentenze del calcioscommesse.

Ricordo che la marcia battezzata “dell’orgoglio atalantino“ si svolse la sera del 9 giugno 2011 soprattutto a difesa del capitano atalantino Cristiano Doni nonchè per contestare gli articoli di quotidiani nazionali che già anticipavano nei confronti del capitano e della società la sentenza di condanna. Chi dice 5.000 partecipanti, forse più realistico non più di 3.000, ma con un discreto gareggiare ad apparire sul palco di politici, quando non sindacalisti, insomma ultras quando serve.

Visti gli eventi mi sento ancora di parlare di marcia inutile. Il Doni incarcerato da innocente quanto Mauri, per considerare il termine di paragone che sta oggi caro a Daniele Belotti, finì per confessare una verità almeno parziale. La società non sapeva, lui aveva partecipato alla combine solo per riportare immediatamente la squadra in serie A. Sicuramente una scelta consigliata, concordata con i suoi avvocati, proseguita con il patteggiamento proposto nel processo bis. Risultato: l’Atalanta pagò la sua responsabilità oggettiva con 6 + 2 punti di penalizzazione, Doni fuori dal calcio.

Diversamente Mauri, seppur incarcerato alla stessa maniera dalla procura di Cremona, non ha mai ceduto minimamente nelle ammissioni, ha sempre smentito qualsiasi diretta partecipazione, ammettendo solo di essere a conoscenza dei fatti. Bravi i suoi avvocati o ancor più lo stesso Mauri a non cedere, malgrado l’incarcerazione?

La sentenza mi pare figlia di questi diversi comportamenti. Molti dubbi rimangono anche al sottoscritto, se penso al Lotito che salvò la Lazio dal fallimento attraverso l’approvazione da parte del Parlamento di un decreto spalma debiti.

Giuridicamente appare diverso l’aspetto processuale, almeno quello riferito alla giustizia sportiva. Il teorema accusatorio di Palazzi non ha trovato consenso nel secondo grado di giudizio. Mauri non ha confermato nulla, Palazzi senza prove viene per una volta smentito. Chi ha pagato non ride. Mauri ne esce a testa alta, anzi con delle possibili rivendicazioni di lesa immagine.

Doni dalla sua nuova vita di Palma di Maiorca ha tutto l’interesse a non chiarire. La società Atalanta solo a parole ha dichiarato di volersi rivalere. Masiello, mentre intasca ogni mese lo stipendio, lancia messaggi di pacificazione che Percassi non respinge.

Provo imbarazzo nel sentire Lino Mutti, nei panni di un cerbiatto ferito, dichiarare di avere fatto 2 mesi a Bari, prendendone 4 per omessa denuncia, dopo avere ritenuto inutile denunciare una situazione che i giornali avevano pubblicizzato mentre la Digos teneva sotto controllo gli spogliatoi del Bari. Peccato che i tesserati debbano rispettare le regole che hanno sottoscritto e Palazzi può anche non leggere i giornali, anzi meglio non li legga.

Caro Daniele rimango convinto dell’inutilità della marcia, Doni e l’Atalanta stando ai regolamenti non erano così innocenti. Non rimane che fischiare la Lazio, perché Mauri non verrà allo stadio di Bergamo dovendo scontare almeno i sei mesi per l’omessa denuncia. La nuova marcia è spostata alla ottava di campionato, 20 ottobre o giù di lì, decideranno le televisioni come sempre e Lotito che in Lega si era battuto per la incredibile conferma di Beretta non lo ho votato io.

Godiamoci comunque questo ferragosto, quello che è successo dimentichiamolo, piuttosto per stare al calcio giocato, seppur d’agosto, l’amichevole con il Chievo al di là del risultato ha evidenziato che questo 4-3-3 ancora non c’è. E mancano due settimane all’avvio. Pensiamoci.

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