• Abbonati
L'esperto

“La decisione di Jolie? Una scelta individuale: coraggiosa ma discutibile”

Il senologo Ivan Del Prato spiega come sia possibile prevenire il cancro al seno, con una vita sana ed esami periodici. E critica la decisione di Angelina Jolie di comunicare al mondo una scelta medica individuale.

Prudente, cauto e diplomatico. Ma inflessibile su un punto: “La scelta medica di Angelina Jolie è individuale, non entro nel merito della decisione personale, mi permetto di criticare la modalità di rendere pubblica questa scelta che è una sconfitta della ricerca scientifica”.

Ivan Del Prato, senologo, non ha dubbi che l’annuncio shock dell’attrice statunitense Angelina Jolie che si è sottoposta a mastectomia “profilattica” – l’asportazione di entrambi i seni, pur non avendo un tumore, ma un profilo genetico che aumentava le probabilità di ammalarsi dell’87% – sia molto discutibile.

Del Prato, medico bergamasco, ha lavorato per oltre dieci anni all’Istituto dei Tumori di Milano poi è stato negli Stati Uniti, quindi responsabile del centro di senologia alle Cliniche Humanitas fino al 2010, oggi è un libero professionista.

Consiglierebbe un intervento simile?

“Mi permetta di evidenziare che la scelta medica della diva americana è individuale. Come individuale è la decisione di confessare a tutto il mondo questo intervento in un’intervista al New York Times. Possiamo definirlo marketing comunicativo, ma per chi ha il cancro alla mammella questa decisione va spiegata molto bene perché è una malattia molto diffusa tra le donne”.

Proviamoci.

“L’attrice in base ad un caso di cancro che ha colpito la sua famiglia, nello specifico la madre è deceduta all’età di 56 anni in seguito ad un tumore alla mammella, ha deciso di sottoporsi ad un test genetico per scoprire se c’erano anomalie su due geni, il Brca (breast cancer susceptibility gene) 1 e 2. Dal risultato di questo test è emerso che c’era un’alta probabilità della trasmissione ereditaria di questo gene e così si è sottoposta all’asportazione dei seni. Solitamente si ricorre ai test genetici solamente quando in famiglia ci sono molti casi: la madre, le sorelle, le zie, le nonne, le cugine malate di cancro alla mammella o alle ovaie. E in accordo con il medico, rileggendo la propria storia personale, si può ricorrere a questo tipo di test e poi decidere. Ma si deve precisare che il 95% dei casi dei tumori alla mammella non sono legati a trasmissione ereditaria”.

Angelina Jolie ha affermato che ora il rischio di ammalarsi di tumore al seno per lei si è ridotto dall’87 al 5%.

“Sì, il rischio è sceso dall’80%, ma non è stato annullato. Rimane sempre un 5% che potrebbe dar vita ad un cancro”.

E’ abbastanza scettico sull’uso di questi test genetici? 

“Mi chiedo quale risvolto psicologico possono avere certe analisi sulle donne. Se si scopre, attraverso questi test genetici, che c’è un alto rischio di ammalarsi sono disposto a vivere con serenità tutte le procedure o creo delle profonde preoccupazioni alle quali sarà difficile rispondere? Una donna di fronte all’esito positivo di un test genetico potrebbe sentirsi scoraggiata, disperata, impreparata. Eppure non è ancora malata e non è detto che lo diventi in futuro”.

A proposito di calcoli e probabilità quante donne sono colpite di tumore alla mammella?

“Attualmente nel mondo occidentale una donna su 8 viene colpita da questa malattia. La positività al test genetico Brca1 risponde solo del 5-10 per cento di tutti i tumori alla mammella. Attraverso una prevenzione secondaria oggi è possibile avere una diagnosi precoce con una guarigione”.

Non crede che questi innovativi test genetici possano portare dei benefici?

“E’ utile prendere in considerazione una scoperta genetica che è importante nella ricerca, ma poi si deve essere accorti a come utilizzarla nell’ambito della popolazione generale. Dagli anni Ottanta ad oggi la biologia e la medicina hanno fatto dei progressi inimmaginabili che hanno portato a ottimi risultati. I test genetici sono molto utili, sono decisivi e fondamentali, ma vanno inseriti in un percorso medico e scientifico non vanno banalizzati per fare notizia sui giornali”.

Prima di giungere a decisioni così drastiche, come l’intervento di una mastectomia, ci sono molti altri passaggi.

“Il primo passo è cercare di prevenirne l’insorgenza, riducendo i fattori di rischio e adottando stili di vita salutari: seguire una corretta alimentazione, evitare il fumo, svolgere un’attività fisica, non abusare con l’alcol. Il secondo passo è la diagnosi precoce della malattia e per questo basta sottoporsi regolarmente ad alcuni semplici esami”.

Siamo ben lontani dall’asportare i seni sani.

“Amputare una donna è sempre una sconfitta per la medicina. Con tutto rispetto per la scelta personale di Angelina Jolie, mi permetto di criticare il modo con cui ha confessato al mondo la sua decisione. Non è un modo corretto. Se si voleva aiutare la ricerca si poteva seguire l’esempio di un’altra attrice, Halle Berry, che a Los Angeles ha fatto una campagna per raccogliere fondi, credo circa 50 milioni di dollari, da donare alla ricerca sul cancro alla mammella. La ricerca scientifica non ha bisogno di marketing, ha necessità di fondi per aiutare gli studi e fare progressi”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Generico
Bergamo
“Alimentiamo” la prevenzione per vincere il cancro
Randolph Westphal, avventuriero in bicicletta
La storia di vita
Io, la bici ed i miei cani, avanti anche col cancro
I protagonisti di Santiago in rosa
Bergamo
Contro il cancro la corsa di 10 donne da Santiago a Fatima
La rivelazione di Angelina Jolie
La rivelazione
Angelina Jolie confessa “Mi sono fatta asportare entrambi i seni”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI