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La polemica

Torre Boldone, sì al Pgt ma no al referendum: si costruirà nell’area Gts

Rigettata la richiesta di referendum presentato da alcuni cittadini torreboldonesi. “Costerebbe 5000 euro e il quesito è fuorviante”

Ha richiesto mesi, tensioni interne alla maggioranza Lega-Pdl, la nomina di un nuovo assessore (Cividini), assemblee pubbliche e richieste di referendum ma, alla fine, Torre Boldone si è dotata dello strumento di pianificazione urbanistica per eccellenza, ossia il Piano di Governo del Territorio. Non è stato un iter semplice quello che ha portato alla redazione, all’adozione e, infine, all’approvazione definitiva dello stesso Pgt, anche per via di un intervento di riqualificazione al centro di contestazioni, ossia quello dell’ex area industriale Gts di viale Lombardia.

E durante la seduta del consiglio comunale tenutasi nella serata di venerdì, l’assessore Gianangelo Cividini ha illustrato la posizione dell’amministrazione rispetto alla questione che ha tenuto banco per mesi nel paese alle porte della Val Seriana: “Il discorso area ex Gts è diventato un po’ il tema conduttore di questo Pgt, ma ci sono tanti altri interventi previsti. Nel mio paese (Scanzorosciate) in un’area della stessa dimensione, che si trova ai limiti del fiume Serio, l’amministrazione ha deciso di lasciare tutto così com’era sperando che qualcuno facesse ripartire la struttura produttiva, ma la situazione è rimasta ferma dieci anni diventando un problema non di poco conto: è logico dunque avere la possibilità di intervenire e lasciare tutto lì a marcire? Per quanto riguarda la questione appartamenti vuoti, le difficoltà sono legate al fatto che sempre più persone fanno fatica a ottenere mutui e finanziamenti dalle banche per acquistare le case: l’intervento che abbiamo prospettato era dunque l’unica soluzione per la sistemazione di quell’area, l’unica strada che avevamo”.

269 i nuovi alloggi previsti (di cui 120 nell’ex area Gts) nel nuovo strumento di pianificazione urbanistica, che vedrà la riconversione ad ambito residenziale e commerciale dell’ex area industriale: operazione compatibile, secondo i tecnici del Comune, con il contesto esistente, stando anche agli interventi previsti nel limitrofo territorio di Gorle. Contrari all’intervento i consiglieri della Lista Civica per Torre Boldone, Guido Spreafico e Fabio Ventura.

“Siamo da sempre contrari all’intervento nell’ex area Gts e, per quanto riguarda il discorso-partecipazione, abbiamo battuto e continueremo a battere, anche perché secondo noi non c’è stata: basta vedere quanto avvenuto nel vicino comune di Alzano Lombardo, per capire la differenza tra partecipazione e partecipazione- ha sottolineato Spreafico- riguardo ai nuovi alloggi, basta fare un giro per il paese per capire che non ci servono: ce ne sono una marea vuoti: in questo momento forse intervenire sull’ex area Gts è sbagliato, perché dobbiamo metterci mano a tutti i costi?”.

Dopo l’esame delle 38 osservazioni presentate dai cittadini, l’assessore Farnedi e il sindaco Claudio Sessa hanno esposto le motivazioni che hanno portato al rigetto della richiesta di referendum sul futuro della stessa area. “Ritengo che il referendum sia uno strumento democratico assolutamente valido, in questo caso non legato alla consultazione messa in atto dall’amministrazione e la documentazione presentata era corretta- ha spiegato il sindaco Sessa- Detto questo, il quesito contenuto nella richiesta poteva essere fuorviante: se dal 29 novembre scorso (data dell’adozione del Pgt) ci si fosse seduti intorno a un tavolo, anziché fare volantini, forse si sarebbe potuto arrivare in tempo utile per l’approvazione definitiva dello stesso Pgt”.

Il quesito della proposta di referendum , depositata il 18 marzo scorso, riportava il quesito: “Sei favorevole a cancellare dal Piano di Governo del Territorio il progetto di costruire nuovi condomini sull’ex area Gts di viale Lombardia”. Una questione formale, dunque, ma anche economica: secondo l’amministrazione il referendum sarebbe costato 5.000 euro. Questi i motivi che hanno portato al rigetto del referendum caldeggiato dal Comitato per il Buon Governo del Territorio: una decisione, quella dell’amministrazione Sessa, che farà di nuovo discutere.

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