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Musica

Il discomane

Tra Bowie e Lou Reed Rover ti stupisce con quella voce un po’ così

Brother Giober ha ascoltato il disco suggerito da un lettore di Bergamonews, "il baz" e scoperto così l'esistenza di Rover: una voce sorprendente e un disco piacevole, spirituale, forse un po' discontinuo.

Giudizio:

* era meglio risparmiare i soldi e andare al cinema

** se non ho proprio altro da ascoltare…

*** niente male!

**** da tempo non sentivo niente del genere

***** aiuto! Non mi esce più dalla testa

 

 

ARTISTA : Rover

TITOLO: Rover

GIUDIZIO: ***1/2

In realtà è un disco uscito verso la fine del 2012 che recensisco grazie alla segnalazione di un lettore che si firma “Il baz” e che ringrazio perché di questo artista proprio non conoscevo l’esistenza.

Rover di nome fa Timothée Regnier e ha 33 anni; probabilmente se due anni fa non fosse stato espulso dal Libano nel corso di un tour con la sua band di allora, The New Government, oggi non ve ne sarebbe alcuna traccia. Lo pseudonimo nasce dal suo amore per le auto e il viaggio inteso come percorso interiore.

Certo a vederlo non induce grande fiducia, “con quella faccia un po’ così”, tra Gerard Depardieu, Fabio de Luigi, Meat Loaf e le pose maudit che però ricordano anche Beethoven, tutto potresti dire salvo avere speranze che nella sua arte vi possa essere qualcosa di almeno riconoscibile.

Mettiamoci anche la terra di provenienza che non sempre attrae consensi tra noi peninsulari e che con il rock non ha mai dimostrato di avere grande empatia, la Francia, per dirvi che le attese non erano questo granché.

E invece no, devo dire che quello che ho sentito mi è piaciuto assai e benché non si tratti di nulla di nuovo, presenta dei tratti di originalità che meritano interesse. Facile risalire ai padri: David Bowie, periodo elettronico, Lou Reed periodo Berlin ma in alcuni passaggi anche Coney Island Baby, Interpol e in alcuni tratti persino Antony and the Johnsons per arrivare ai nostri giorni.

La musica è introspettiva, spesso lenta e il cantato spesso sofferto. A volte lo sprazzo di luce di alcuni strumenti più caldi, come l’armonica, una chitarra acustica.

Quello che però colpisce di più è l’uso della voce, a volte baritonale, altre volte, ironicamente, in falsetto, pacata o disperata e una duttilità dell’uso veramente sorprendente.

Non tutto è oro. Forse, se una critica può essere mossa è quella di una certa discontinuità dell’opera così che accanto a veri e propri capolavori compositivi convivono esperimenti meno riusciti.

Ma alla fine l’impressione è decisamente buona e vi è la convinzione di essere di fronte a qualcosa di profondo, spirituale, una sorta di soul del terzo millennio.

Le prime quattro canzoni sono tutte di grande livello: Aqualast ha un inizio dove sembra che la lingua utilizzata sia l’italiano, l’incedere è lento, quasi una ninna nanna, il canto è rilassato. Un senso di grande pace è reso ancor più evidente dal falsetto del refrain di grande efficacia.

Il secondo brano, Remember, anche grazie all’uso della voce è puro Bowie Style: la ballata è un mid-tempo, come se ne facevano alla fine degli anni ’80 e quindi zeppa di elettronica ma anche di melodia e potrebbe essere nulla di più di altre sentite mille volte, ma è l’interpretazione, sofferta e partecipe a fare la differenza.

Sullo stesso standard è Tonight dove l’uso particolare della voce avvicina il nostro ad alcune cose di Jeff Buckley anche se ancora una volta, la presenza massiccia dell’elettronica, fa ritornare a certe atmosfere di alcuni decenni fa.

Su un altro registro è Queen of the Fools, una ballata prevalentemente acustica con una bella intuizione strumentale che la avvicina ad atmosfere care alle colonne sonore di certi film gialli degli anni ’70.

Wedding Bells potrebbe essere tranquillamente tratta da Coney Island Baby di Lou Reed, lo stesso modo “parlato” di accompagnare gli strumenti, la medesima atmosfera rilassata per un brano di grande impatto.

Grande è invece Lou, una ballata dolcissima, acustica, con una grande melodia, che vi catturerà all’istante, ammaliandovi. Se non fosse per il timbro della voce che conserva una punta di drammaticità pur in un contesto lieve, potrebbe essere un classico della west cost.

Silver riprende temi sonori “berlinesi”, quindi freddi, lenti, con la voce che ora appare più lontana e per certi versi artificiale. Ma il brano emette comunque un calore tutto suo che non è facile descrivere.

Champagne sembra una vecchia canzone di Gilbert ‘o Sullivan, ovviamente con un arrangiamento del tutto differente ma che dimostra una facilità di scrittura e un gusto della melodia che in altro contesto sonoro probabilmente emergerebbero maggiormente. Il risultato è però assai piacevole e quell’ armonica posta al termine del brano è veramente efficace e contribuisce a dare luce e calore ad un brano riuscito.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Carry On un brano cui forse manca un po’ di melodia e che comunque mi è apparso un po’ noioso e sotto lo standard medio degli altri brani.

Late Night Love è un brano ipnotico che tuttavia non decolla, una sorta di grido, quasi disperato, grande atmosfera ma poca sostanza.

Chiude la raccolta Full of Grace, un brano ancora cupo, basato inizialmente sul fraseggio di una chitarra solitaria che caratterizza la ballata, lunga oltre 6 minuti, che ha un incedere simile a quello di una marcia, lenta e solenne. Un brano troppo “pesante”, gonfio.

L’edizione nelle mie mani è quella DeLuxe con l’aggiunta di 5 bonus tracks e la versione demo di Champagne.

Meritano soprattutto attenzione Joy, solo voce e chitarra acustica, Lonely Man, dal ritmo insolitamente sostenuto.

Concludendo un buon lavoro, non un capolavoro che tuttavia merita di essere ascoltato con grande attenzione.

Rover può esservi amico, può essere la persona con cui confidarsi nei momenti di solitudine e di sconforto, con il quale sedersi per bere in santa pace un buon bicchiere di vino, con il quale sfogarsi.

Non chiedetegli di farvi ballare o ridere; questo, magari, succederà nel prossimo disco.

 

DA SCARICARE (se proprio non volete ascoltare tutto il disco): Lou

SE NON TI BASTA ASCOLTA ANCHE:

– David Bowie – Low

– Lou Reed – Berlin

– Interpol – Turn On the Bright Lights

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