La politica ha detto sì. Si può fare l’accordo tra i Riuniti e il comitato creditori, circa trenta aziende che devono riscuotere dieci milioni di euro in tutto per i lavori eseguiti nel cantiere del nuovo ospedale. Si tratta di imprenditori rimasti inguaiati a causa delle difficoltà economiche in cui versa la Dec di Bari, capofila dell’associazione temporanea di impresa vincitrice dell’appalto per la realizzazione del nuovo Giovanni XXIII. I rappresentanti della Lia, Liberi imprenditori associati, hanno incontrato il vicepresidente del Consiglio regionale, il bergamasco Carlo Saffioti, che ha assicurato il massimo supporto politico. La proposta è semplice a parole, meno dal punto di vista giuridico: si chiama cessione del credito. In sostanza le aziende “vendono” all’ospedale i crediti che vantano nei confronti della Dec in modo tale da essere definitivamente linquidate. Nei prossimi giorni i legali delle due parti dovranno verificare la possibilità di questa soluzione. I Riuniti si sono già detti disponibili a percorrere la strada, la parola della politica conta molto. “Le aziende sono molto determinate, giustamente, a tutelare la propria posizione – spiega Saffioti -. Hanno manifestato la disponibilità a collaborare con l’ospedale. Da parte dei Riuniti c’è piena disponibilità per trovare una soluzione e hanno il supporto della politica. La volontà è inaugurare la più importante struttura pubblica realizzata a Bergamo con la soddisfazione di tutti. Gli unici paletti sono di ordine giuridico. Il supporto politico viene dato nella consapevolezza di un percorso giuridicamente sostenibile”.
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