Cividate al Piano è in lutto. Tre dei suoi ragazzi hanno trovato la morte in una notte d’estate in cui celebravano uno dei momenti più bella della vita. Uno di loro, Davide Sabbatini, 19 anni, proprio venerdì mattina aveva sostenuto l’esame di maturità come geometra all’Istituto Rubini di Romano di Lombardia. Poche ore dopo, appena passata mezzanotte con gli amici decide di ritornare a casa dopo una serata trascorsa a festeggiare al “Sale&Brasa” di Brignano Gera d’Adda.
Sulla strada del ritorno perde il controllo della sua auto, una Ford Escort station wagon di colore grigio. Davide è al volante, sul sedile accanto c’è Giulia Aceti, 16 anni da compiere fra un mese e mezzo. È iscritta al terzo anno del liceo linguistico “Don Milani” di Romano di Lombardia. Sul sedile posteriore c’è Fabiana Frigeni, 16 anni, iscritta anche lei alla terza liceo linguistico di Romano. Un urto violentissimo. L’auto di Davide è la prima della colonna, dietro la sua ci sono infatti altre auto di una ventina di amici. Hanno tutti un’età tra i 15 e i 23 anni. Sono perlopiù studenti, legati all’oratorio della parrocchia dove c’è don Giorgio Antonioli.
E’ in una di queste sere che vedono raggrupparsi compagnie di giovani per dividere e godere la passione del calcio agli Europei che tre di loro perdono la vita. L’auto che batte contro un muretto che delimita un fosso si accartoccia su se stessa.
Per gli amici è una scena agghiacciante. Scendono dalle auto, nel buio, in questa distesa costellata da immensi campi, chiamano i soccorsi, chiedono aiuto. C’è chi chiama i nomi dei tre ragazzi, invano. Il buio della notte è illuminato dai lampeggianti, il silenzio della Bassa è interrotto dalle sirene: sono i mezzi del 118, i vigili del fuoco. I tre corpi dei ragazzi sono incastrati tra le lamiere. Per Davide e Giulia si comprende subito che non c’è niente da fare.
La morte li ha abbracciati in una serata di festa. Per Fabiana c’è uno spiraglio, la ragazza respira ancora e così si cerca di strapparla alla morte e viene trasportata agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Nel trambusto arrivano sul posto anche i genitori di Davide, avvisati dal nipote Fabio che era tra i ragazzi della compagnia.
Quando Ornella Pezzotti, la madre di Davide, vede il corpo del figlio senza vita steso in mezzo alla strada gli si sdraia accanto e lo accarezza. Gli sussurra alcune parole. È una scena straziante. Le parole dolci di una madre non possono essere definite un addio.
Poche ore ed è già l’alba.
La notizia di questo tragico incidente si rincorre come un tam-tam a Cividate, in oratorio conoscono tutti quei ragazzi. Così come a Romano dove i tre studiano c’è prima l’incredulità che poi cede il passo al dolore, alla disperazione. È sabato, quando nel pomeriggio le salme di Davide e Giulia vengono portate nelle rispettive case. Il magistrato di turno, Carmen Pugliese, analizzata la dinamica dell’incidente e acconsente alla consegna immediata delle salme alle famiglie. La mamma di Fabiana, l’unica ragazza superstite di questa tragedia, chiede preghiere a tutti i ragazzi perché quel lumicino di speranza non venga travolto dalla folata della morte. Ma non sarà così. Domenica mattina, alle 9.19 i medici avvisano i genitori: morte celebrale. Le ore che seguono servono solo per confermare la diagnosi. In questo lasso di tempo, sei ore, i genitori di Fabiana affranti dal dolore acconsentono al prelievo degli organi della figlia.
La notizia della morte di Fabiana, che si aggiunge a quella di Davide e Giulia, stende su Cividate un dolore immenso. Domenica sera la veglia di preghiera nelle abitazioni, poi lunedì alle 17 i funerali. In oratorio sono state sospese le attività del centro estivo nel pomeriggio di lunedì per permettere a tutti i ragazzi di partecipare alle esequie. Il Comune di Cividate ha proclamato il lutto cittadino.
Don Pasquale Beretta, il parroco, si limita a qualche parola di conforto ai coetanei. Don Giorgio, il curato, cerca di consolare i suoi ragazzi. Ma non si può lenire questo dolore: oggi tutta Cividate al Piano è in lutto.
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