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La lettera

“Un anno di Trenord ma sempre i soliti vecchi problemi”

Prima candelina per Trenord, società che gestisce il trasporto pubblico su ferro in Lombardia. Un servizio che nel primo anno di vita non sembra essere riuscito a ottenere miglioramenti di qualità tanto attesi dai pendolari.

Prima candelina per Trenord, società che gestisce il trasporto pubblico su ferro in Lombardia. Un servizio che nel primo anno di vita non sembra essere riuscito a ottenere miglioramenti di qualità tanto attesi dai pendolari. Ecco come un nostro lettore giudica il servizio.

Gentile redazione,

in questi giorni si sprecano le parole (e le risorse) per festeggiare il primo anno di esercizio di Trenord. Strette di mano, felicitazioni, depositi, musei ferroviari e sale operative aperte al pubblico, tutto bene quindi?

Sebbene ci siano alcuni segnali positivi (pochissimi i nuovi treni, addestramento di nuovo personale, per lo più giovani) lo scenario generale però mostra i soliti vecchi problemi che oggi come ieri evidenziano l’incapacità dirigenziale ereditata da Trenitalia. Prendiamo ad esempio un treno con un livello di criticità relativamente basso, regionale 2614 in partenza da Bergamo e diretto a Milano Centrale delle ore 10:02.

Percorribilità buona (per lo meno rispetto agli orari di punta), numero accettabile di viaggiatori, mezzi nuovi (gli osannati FLIRT), eppure sono settimane che ogni tanto capitano scene assurde, treni dimezzati giustificati dal personale con le più svariate scuse (a volte per avere a disposizione più motrici con cui effettuare l’addestramento dei macchinisti, a volte per inspiegabili riduzioni avvenute in terra elvetica di cui nessuno si prende la responsabilità).

A volte a questi disagi si somma poi l’aggravante dell’inflessibilità (e mi si permetta di aggiungere anche ottusità) di qualche controllore che a fronte di un treno dimezzato e traboccante di persone impone il rispetto di un’assurda prima classe che non ha alcuna ragion d’essere su una tratta locale di questo tipo.

Chi decide di dimezzare un treno? Chi si prende la responsabilità di una cosa del genere e per quale ragione?

I pendolari non sanno che farsene delle formule di rito ("ci scusiamo per il disagio"), vogliamo risposte, vogliamo che a fronte di un disagio ci sia una spiegazione, vogliamo nomi e cognomi di chi decide di dimezzare un treno, cancellarne un altro, di chi è la responsabilità di un ritardo di 10-20 minuti su una tratta che normalmente richiederebbe al massimo 40 minuti di viaggio.

Senza queste risposte è inutile festeggiare traguardi e ricorrenze, giudicate voi dall’ immagine allegata (treno 2516 del 20/04/2012).

Cordiali saluti

Paolo Regonesi

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