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La proposta di legge

Sola: “Contro la vivisezione incentivare la ricerca”

Il consigliere regionale dell'Idv Gabriele Sola ha illustrato un progetto di legge per fermare la sperimentazione sugli animali incentivando la ricerca di un metodo alternativo. Con lui, Massimo Tettamanti, coordinatore per l’Europa del centro I-Care, che ha supportato la formulazione del progetto.

L’importanza della ricerca e del progresso nel campo della medicina è un dato di fatto nella cultura umana, tuttavia a più riprese ha aperto ampie discussioni. Una di queste è quella sull’utilizzo della sperimentazione animale per testare farmaci e cosmetici: un punto difficile da affrontare, ma che proprio per questo è tema centrale di un progetto di legge alla Regione proposto dal consigliere regionale dell’Idv Gabriele Sola, con le firme di altri membri di Idv, Sel e Pd ed alla ricerca di ulteriore sostegno nelle file della maggioranza.

“E’ un approccio innovativo alla questione” ha spiegato Sola, presentando in conferenza stampa nella sede delle Regione a Bergamo il progetto di legge “Anche se parte da una battaglia personale ed emozionale sulla causa della vivisezione, ciò che vogliamo proporre è qualcosa di concreto, pratico e soprattutto giuridicamente valido”.

Il progetto di legge, infatti, propone una serie di norme per incentivare lo sviluppo di metodi scientificamente innovativi e tecnologicamente avanzati per il miglioramento della ricerca biomedica, in modo da sostituire la sperimentazione animale: tali incentivi si tradurrebbero per il 2012 in un finanziamento di 500mila euro. Fondamentalmente, quindi, si parlerebbe di promuovere la ricerca per trovare un metodo alternativo alla sperimentazione animale.

Più facile a dirsi che a farsi. La questione della vivisezione è estremamente problematica a causa dell’impianto giuridico ad esso legata, che risale al secolo scorso. Una serie di leggi dei primi decenni del ‘900, diffusesi su scala internazionale fino a diventare la norma, impongono la sperimentazione animale come tappa legalmente obbligatoria nel processo di test di un prodotto farmacologico. Un obbligo che fa riferimento a tecnologie e conoscenze vecchie di un secolo, oggi smentite a livello scientifico. Di fatto, la sperimentazione animale è inutile, visto che i farmaci – indipendentemente dalla reazione della cavia animale – vengono testati comunque su volontari sani, rendendo la vivisezione tragicamente superflua. Quindi, il problema risiede fondamentalmente in una legislazione difficile da smantellare, chiusa in un ‘loop’ burocratico. Uscire da questo vicolo cieco, però, è possibile.

Massimo Tettamanti, coordinatore per l’Europa del centro I-Care (Centro internazionale per le alternative nella ricerca e nell’educazione) con sede a Varese, ha lavorato a stretto contatto con il consigliere Sola per risolvere il problema e formulare la soluzione nel progetto di legge. “Al momento si è costretti a lavorare nel limitato campo giuridico fissato a livello nazionale e europeo, quella che viene chiamata la zavorra giuridica” ha spiegato Tettamanti “Tuttavia, è possibile trovare degli spiragli operativi proprio entro i paletti fissati dalle leggi. Si può lavorare in parallelo agli obblighi fissati per lo sviluppo dei farmaci: si può quindi fare ricerca senza violare le normative già esistenti. Incentivare queste ricerche permetterebbe di promuovere la scoperta di un metodo alternativo alla sperimentazione animale. Tale metodo verrebbe presentato prima a livello italiano all’Istituto Zooprofilattico con sede a Brescia e con la loro approvazione passerebbe all’Ecvam (Centro europeo per la validazione dei metodi alternativi, ndr) di Ispra. La validazione in questa sede permetterebbe l’annullamento degli obblighi di sperimentazione sugli animali negli stati europei e anche negli Usa, poiché l’Ecvam è il punto di riferimento per i metodi alternativi oltre oceano”.

“Questo progetto di legge è una scommessa” ha concluso Sola “Vogliamo cambiare le cose a livello europeo partendo dal basso, dalla nostra regione, dove ci sono 23 allevamenti di animali destinati alla sperimentazione e 68 utilizzatori di tali animali (con due allevamenti e un utilizzatore in Bergamasca, ndr). La Lombardia è il luogo ideale per partire: ci sono mezzi e persone per avviare una ricerca efficace sul tema e il progetto di legge incentiverebbe proprio queste attività. Attività che comunque beneficerebbe tutti, creando nuovi campi di lavoro e di ricerca e investendo sulla tecnologia. Inutile citare le ricadute di prestigio e di immagine, senza contare il vantaggio economico per lo scopritore di un metodo accettato dall’Ecvam”.

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