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Bergamo-treviglio

Legambiente a Bresciani: “Autostrada per chi?”

Legambiente ha commentato – senza mezzi termini – la dichiarazione di assenso fatta da Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil bergamasca, sull’autostrada Treviglio-Bergamo, ovvero l’ex progetto Ipb.

Legambiente ha commentato – senza mezzi termini – la dichiarazione di assenso fatta da Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil bergamasca, sull’autostrada Treviglio-Bergamo, ovvero l’ex progetto Ipb.

“Abbiamo sul territorio una serie di infrastrutture” ha constato Nicola Cremaschi di Legambiente Bergamo “che potrebbero trasformare la viabilità della provincia se venissero messe in sistema. Mi riferisco alle strade statali 42 e 525 e alla tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio per la quale, dopo anni stiamo ancora aspettando vengano finite le opere accessorie. Ma si preferisce puntare su grandi opere senza una seria programmazione e senza studi sulle necessità dei territori. A vantaggio di chi?”.

La stessa domanda viene ripresa da Patrizio Dolcini di Legambiente Treviglio: “A vantaggio di chi un’autostrada che colleghi capannoni vuoti a capannoni vuoti? Chiariamoci questo passaggio: il rilancio dell’economia e dell’occupazione passa attraverso l’innovazione e la qualificazione dell’esistente, anche sul piano delle infrastrutture, non dalla riproposizione di modello produttivi che altri sanno applicare meglio e a costi più bassi. Riteniamo necessario utilizzare l’opportunità negativa della crisi per ripensare finalmente il modello di sviluppo proprio partendo dalla storia (centrata sull’edilizia e sulle industrie "pericolose") ma anche dai segnali positivi in corso (energia sostenibile, prodotti innovativi in settori specifici e tradizionali come il tessile). La bassa bergamasca merita di meglio rispetto al grigiume di queste proposte”.

Dalla direzione regionale di Legambiente si unisce al coro anche la voce di Daniel Pezzotta: “Legambiente da anni avanza proposte sulla mobilità provinciale all’interno di un sistema intermodale regionale. La Cgil bergamasca, nonostante i documenti firmati a livello nazionale, sembra non essere interessata ad una mobilità degna del XXI secolo ne, tantomeno, al rispetto di uno dei beni comuni più prezioso: il suolo. Ribadiamo, sempre e comunque la nostra disponibilità a momenti di confronto paritari con Cgil ma anche con chiunque lo desideri per ragionare sulle prospettive possibili”.

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