Nonostante i molti dettagli che non tornano sulle ricerche e sul movimento che c’è nella zona di via Bedeschi a Chignolo d’Isola, dagli inquirenti è arrivata una conferma: il corpo di Yara Gambirasio è sempre stato in quel campo incolto dal momento dell’omicidio della ragazza, molto probabilmente nella serata del 26 novembre 2010. Decisive, per questa ricostruzione, sarebbero state le tracce di polline e di essenze vegetali presenti sul cadavere e sui vestiti confrontate con quelle prelevate ad hoc nel campo dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo. E anche il punto esatto in cui è stata ritrovata Yara: un piccolo avvallamento nel terreno, alto circa 20 centimetri, segno evidente di un corpo che è rimasto appoggiato in quel campo per diverso tempo. Un cadavere che poteva essere sotto gli occhi di tanti ma che nessuno ha notato in tre mesi. Un’altra curiosità riferita oggi da L’Eco di Bergamo: nell’arco di tre mesi il corpo di Yara è stato coperto per circa 25 giorni dalla neve. Non 25 giorni filati, ma spalmati nel corso dei tre mesi. La neve e il suo successivo scioglimento possono aver portato via alcune tracce utili dal corpo della ragazza.
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