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Il caso

Moto in montagna, Orobievive: regole da rispettare

Il coordinamento Orobievive sottoscrive l'appello lanciato dal Cai contro moto e quad che scorazzano sulle montagne bergamasche.

Il coordinamento Orobievive (che comprende Legambiente, Italia Nostra, Fab, Mountain Wilderness e Wwf) sottoscrive l’appello del Cai di Bergamo su quella che viene definita “la grave questione dei mezzi fuoristrada sui sentieri delle montagne bergamasche”. Il comunicato stampa di Orobievive:

"Il coordinamento è già intervenuto a suo tempo in proposito con un comunicato pubblicato dai giornali, preme ora puntualizzare alcuni aspetti. Il danno provocato dai mezzi quali motocross, quad e motoslitte sul delicato ambiente montano è gravemente impattante specie nel momento in cui tali mezzi abbandonano mulattiere e strade carrarecce per avventurarsi in improvvide scorribande su praterie in quota, nei boschi e anche nei corsi d’acqua con gravi effetti sulla flora e la fauna di tali siti. Pratica purtroppo usuale e verificabile da ogni escursionista e che vanifica i buoni propositi che i vari motoclub vorrebbero fossero seguiti dagli appassionati. Assurde appaiono poi le istanze di certuni che vorrebbero imporre il loro diritto di praticare un’attività che contrasta con qualsiasi norma di buonsenso. Qui non si tratta di poter fare ciò che si vuole in base ad un discutibile criterio di libertà personale, si tratta di rispettare regole e criteri normativi ma non solo. Come non è possibile entrare in una chiesa in abiti discinti così non è possibile scorrazzare con un fuoristrada in un ambiente naturale! Esiste una legge regionale ben precisa in materia citata nella lettera del CAI e questo dovrebbe da solo troncare qualsiasi discussione. Purtroppo non è così poiché sappiamo come vanno le cose in Italia anche se giova ricordare che, senza valicare i confini nazionali, in Trentino Alto Adige le cose vanno ben diversamente e nessuno troverà mai lì un motocross dove non deve esserci. Forse anche su queste cose si dovrebbe riflettere quando, da parte di operatori ed amministratori, si rincorre il modello trentino per le nostre Orobie…"

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