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Busto arsizio

Clandestini: vanno espulsi anche se i figli frequentano la scuola

È il senso della sentenza della cassazione che era stata chiamata a decidere sul ricorso presentato da un albanese che vive insieme a moglie e figli a Busto Arsizio

I clandestini che hanno figli in età scolare devono essere allontanati dall’Italia in quanto la scolarizzazione rientra in una situazione «ordinaria» tale da non legittimare la permanenza degli irregolari”.
È questo il senso della sentenza della Cassazione che era stata chiamata a decidere sul ricorso presentato da un albanese che vive insieme a moglie e figli a Busto Arsizio. I quali figli, con un suo allontanamento, secondo il ricorso presentato a Roma, avrebbero subito «un depauperamento sentimentale che andrebbe a incidere sul loro futuro».
La Suprema corte ha respinto il ricorso e, allineandosi alla Corte d’Appello di Milano (5 febbraio 2009), ha evidenziato che il reclamo del clandestino è stato bocciato «in ragione dell’accertata insussistenza di una qualche situazione eccezionale e contingente relativa ai figli minori tale da integrare il presupposto necessario della rivendicata autorizzazione al genitore privo di permesso di soggiorno alla permanenza in territorio italiano».
La Suprema corte precisa però che i «gravi motivi connessi con lo sviluppo psico-fisico del minore» devono essere determinati da situazioni di emergenza e non possono invece derivare da circostanze di «tendenziale stabilità» come la frequenza della scuola da parte dei minori e il processo educativo formativo che rientrano nell’«essenziale normalità» e non fanno dunque scattare la tutela prevista dall’articolo 31 del Testo unico sull’immigrazione.

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