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L'operazione

L’area dei Riuniti torna all’asta con lo “sconto”: 85 milioni

Andata deserta la prima gara, Infrastrutture Lombarde ci riprova con una base d'asta ridotta di 10 milioni. L'obbiettivo ?? chiudere entro gennaio. Percassi torner?? in pista?

Signori, si riparte. Andata deserta la prima asta, Infrastrutture Lombarde riprova a mettere in gara la vendita dell’area attualmente occupata dagli Ospedali Riuniti di Bergamo. La prima cifra richiesta, 95 milioni di euro, è risultata troppo esosa per le tre società che pure avevano presentato, nella primavera scorsa, la richiesta di poter partecipare all’asta. Il 30 settembre scorso il termine ultimo per la presentazione delle offerte è trascorso senza che sul tavolo milanese arrivasse uno straccio di carta. E allora, non foss’altro perchè i soldi che si ricaveranno dalla vendita sono assolutamente indispensabili per corpire i costi di realizzazione dell’ospedale nuovo, adesso si ricomincia daccapo.
Con una base d’asta riveduta e corretta, però. E non di poco. Lunedì il consiglio di amministrazione di Infrastrutture Lombarde è chiamato ad esaminare ed approvare il nuovo bando che ricalcherà in tutto e per tutto il precedente, salvo che per la base d’asta. Stavolta, ammesso che ci sia qualcuno che è interessato, si deve mettere sul piatto almeno 85 milioni di euro. A queste condizioni (10 milioni di euro, 20 miliardi delle vecchie lire, in meno possono anche fare la differenza) può darsi che si facciano avanti sia i soggetti che avevano chiesto di partecipare la prima volta (Percassi, la Dec di Bari e un gruppo di imprese venete) sia altri ancora tutti da individuare.
L’obiettivo di Infrastrutture Lombarde è di chiudere la gara, auspicabilmente con la cessione dell’area, entro la fine di gennaio. Se invece anche questa gara dovesse andare deserta (quualcuno potrebbe essere indotto a pensare ad un ulteriore ribasso) si aprirebbe una questione delicata. Da un lato, perchè alla direzione generale degli Ospedali Riuniti comincerebbero ad avere problemi a rientrare dagli affidamenti concessi dalle banche per far proseguire il cantiere. Dall’altro, perchè si dovrebbe valutare se non sia opportuno lasciar perdere la strada della gara e pensare ad altre soluzioni. "Se c’è qualcuno che vuol speculare al ribasso – si lasciano scappare dalla società controllata dalla Regione- non è escluso che l’operazione immobiliare la gestiamo direttamente noi. Qui sono in ballo risorse pubbliche. Non possiamo permetterci di sprecare quattrini".     

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