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In parlamento

Lussana (Lega): arresto e multe per chi indossa il burqa

Proposta di legge dell'onorevole bergamasca del Carroccio. "Le affiliazioni religiose non sono pi?? una giustificazione per coprirsi il volto, vogliamo sicurezza".

E’ una semplice modifica alla legge del 1975 sulla “tutela dell’ordine pubblico e l’identificabilità delle persone”, ma la proposta presentata in parlamento dalla parlamentare bergamasca della Lega Nord Carolina Lussana farà certamente discutere.
Di fatto è un divieto a portare il burqa e il nijab, e prevede arresto in flagranza, reclusione fino a due anni e multa fino a 2mila euro. E’ quanto rischia chiunque indosserà, “per la propria affiliazione religiosa”, indumenti che rendono obiettivamente “impossibile o difficoltoso il riconoscimento”. Ed è ciò che vuole e sostiene con forza la Lega Nord, perché “noi, tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, diamo certamente priorità alla sicurezza”, afferma la bergamasca Lussana.
La proposta della Lussana in Parlamento punta ad invertire uno dei punti fermi della legge del 1975. Il testo di 34 anni fa, tuttora in vigore, vieta l’uso di “qualsiasi mezzo che non renda visibile l’intero volto in luogo pubblico o aperto al pubblico”, ma solo in caso di “ingiustificato motivo”, ammettendo quindi nella pratica l’utilizzo di indumenti giustificati dalla propria “affiliazione religiosa”. La Lega propone una modifica a quella legge, includendo tra le forme di violazione ”l’utilizzo di qualsiasi mezzo che non renda visibile l’intero volto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa”.
“Finora veniva considerata “giustificato motivo” proprio l’osservanza delle tradizioni religiose. “Ciò è servito a diversi prefetti per annullare le ordinanze fatte dai nostri sindaci” per vietare l’uso del burqa, spiega Carolina Lussana. Che aggiunge: “Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, noi diamo priorità alla seconda”.
Sembra comunque finito il periodo delle ordinanze dei sindaci. Ora la Lega tenta la soluzione complessiva della vicenda in Parlamento. “Non siamo razzisti – ha dichiarato Roberto Cota -. Non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti”.
 

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