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La polemica

Percassi e l’area dei Riuniti, la smentita che non c’è fotogallery

Secondo L'Eco di Bergamo l'imprenditore non parteciperà all'asta, ma l'articolo contiene frasi sibilline e incongruenze logiche che dimostrano come tanta sicurezza sia solo di facciata.

"All’asta l’area dei Riuniti, Percassi non c’è" annuncia in prima pagina L’Eco di Bergamo. Una sonora e plateale smentita di quanto scritto da Bergamonews? Si direbbe di sì, a prima vista. Ma basta leggere l’articolo e usare la logica per capire che si è in presenza dell’ennesimo tentativo di vendere una realtà virtuale, appositamente costruita secondo gli usi e costumi di un giornale che, secondo i dettami del suo direttore, più che informare i lettori punta ad educarli. Allora procediamo.
Prima osservazione. Secondo L’Eco la notizia non è chi partecipa all’asta, ma chi si chiama fuori. Il titolo diventa riduttivo a quel punto. Perchè bisogna aggiungere che non partecipano anche, a scelta: Bombassei, Zanetti, Pesenti, Radici, Mazzoleni. Chiunque si può sbizzarrire aggiungendo i nomi che più gli aggradano.  
Seconda osservazione. Il cronista scrive: "non è mai stato un mistero per la città che l’imprenditore bergamasco fosse particolarmente (notare la forza dell’avverbio, ndr) interessato all’acquisto dell’area in questione, tanto da avere depositato la domanda di partecipazione al bando…". Vero, non è mai stato un mistero per la città, tant’è che L’Eco non ha mai dato la notizia. Né a marzo, né a giugno, né a settembre. Dev’essere una nuova filosofia giornalistica quella di non pubblicare ciò che non è un mistero. Quindi, per fare un esempio, basta cronache dell’Atalanta il lunedì, perchè è noto fin dalla domenica che cosa hanno fatto i nerazzurri. 
Terza osservazione. Il cronista, che non è un pivello e conosce bene la materia di cui parla, dopo aver rassicurato i lettori che Percassi (con Bombassei, Zanetti, Radici, ecc) non parteciperà all’asta, si premura di aggiungere una frase sibillina. "Almeno in questa prima tornata". Una precisazione che sarebbe superflua se non fosse che dimostra come l’imprenditore (azionista al 2 per cento della Sesaab, editrice del quotidiano di viale Papa Giovanni) tenga "particolarmente" a quell’area. E non sia affatto intenzionato ad abbandonare la contesa. Ergo, se è consentito usare la logica, Percassi c’è. Eccome.
Quarta osservazione. Il ragionamento precedente viene confortato dallo stesso cronista. Il quale, confermando di saperla lunga, si spinge a chiarire che "qualche perplessità sul rapporto costi-benefici dell’intera operazione sembrerebbe averla avanzata (a chi? ndr) anche la Dec", un’altra delle tre società che hanno chiesto di partecipare all’asta. Forte di informazioni di prima mano (la bravura non è un optional), il giornalista tira le somme: "se anche il terzo raggruppamento in gara – quello veneto (di cui non è dato sapere il nome, forse perchè non era un mistero per la città?, ndr) – dovesse dare forfait, vorrebbe dire mandare deserta la prima convocazione". Un quadro perfetto, che riporta alla terza osservazione e a quella frasetta buttata là con nonchalance: "Almeno in questa prima tornata". Ai sempliciotti sorge spontanea una domanda: vuoi vedere che la gara è solo rinviata? E che si punta solo, legittimamente sia chiaro, ad abbassare il prezzo?
Quinta osservazione. Chiunque è libero di credere quel che vuole, ma Antonio Percassi ha dimostrato nella sua luminosa e ricca carriera di imprenditore, quella che gli è valsa anche la laurea honoris causa, di non essere un venditore di bufale. Era "particolarmente" interessato all’area. Ha chiesto di partecipare all’asta. Ha studiato approfonditamente il dossier. C’è qualcuno che davvero può credere che all’improvviso abbia deciso di gettare nel cestino tutto il tempo e gli sforzi fatti per seguire questa partita?
Se è così, da affezionati lettori de L’Eco e da cittadini ci permettiamo di avanzare una modesta richiesta al cronista bene informato. Ci offra una bella intervista, ficcante e serrata, a Percassi per dargli modo di spiegare come stanno davvero le cose. Siamo pronti a leggerla tutta d’un fiato e, soprattutto, a misurare nel tempo se quanto detto verrà confermato nei fatti.

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