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Crisi del tessile

Assegni familiari e mutuo da pagare: parlano le dipendenti della Cassera fotogallery

La Cassera Spa di via Zanica ha annunciato l???apertura della procedura di mobilit?? per 31 dipendenti su un totale di 56. Le lavoratrici dell'azienda, che produce camicie dal 1928, sembrano ormai rassegnate a perdere il posto di lavoro. Quasi tutte sono sposate e hanno figli e devono fare i conti con un mutuo da pagare.

“Siamo tutte donne qui alla Cassera, e abbiamo tutte gli stessi problemi con cui fare i conti”. I problemi di lavoratrici, madri e mogli, che sembrano ormai rassegnate a perdere il posto di lavoro, dopo che l’azienda ha annunciato l’apertura della procedura di mobilità per 31 dipendenti su un totale di 56. La maggior parte ha iniziato a lavorare nell’azienda di via Zanica, leggendario marchio del Made in Italy che produce camicie dal 1928, intorno ai vent’anni, qualcuna dopo essersi diplomata in sartoria alla scuola professionale, qualcun’altra dopo aver fatto esperienza in una delle tante aziende tessili della Bergamasca. “Era difficile trovare lavoro quando avevamo vent’anni, figuriamoci adesso che ne abbiamo il doppio, senza contare la crisi del tessile”, si infervora una dipendente.
Elvira ad esempio ha 38 anni, è sposata e ha due bambini di 5 e 8 anni e anche l’azienda metalmeccanica dove lavora suo marito sta facendo ricorso alla cassa integrazione, così sul futuro non ha dubbi: “Lo vedo nero, l’unica cosa che mi consola è che abbiamo finito di pagare il mutuo lo scorso dicembre”. Per lei è stato il primo lavoro, si è presentata per un colloquio a 16 anni ed è stata presa. Lo stesso è successo a Carmen, 28 anni e il sogno di fare un figlio, “ma come faccio se perdo il lavoro?”.
Sara invece di figlia ne ha una, una bambina di sei anni, che cresce anche grazie agli assegni familiari che riceve, mentre Simonetta si alza tutte le mattine a un quarto alle sei, dà un bacio a sua figlia che a quell’ora dorme ancora e prende il pullman che la porta a Bergamo. “Abbiamo sempre fatto sacrifici per l’azienda – racconta Ingrid, una lavoratrice di 29 anni – e adesso ci dicono che non c’è più lavoro, che è tutto finito”. Erika non si dà per vinta: “Io non getto la spugna, sto già inviando curricula ad altre imprese, però senza un titolo di studio è dura trovare lavoro”. Annuisce Silvana, vedova, con un figlio a carico, che lavora alla Cassera da 37 anni: “Qualcuno deve occuparsi di noi lavoratori che restiamo senza lavoro”.

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