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Mostra e laboratorio

Viaggio nella Bergamo che non c’?? pi??: l’omaggio a Domenico Lucchetti fotogallery

Ha aperto ufficialmente la mostra "La citt?? visibile", (Bergamo nell'archivio fotografico Sestini; omaggio a Domeinco Lucchetti) che offrir?? fotografie, fiolmati d'epoca e oggetti sorprendenti fino al settembre 2009 al Museo storico di Bergamo, al convento di San Francesco in Citt?? Alta.

Non c’è nessuna fotografia, nessun filmato che da solo possa descrivere una città come Bergamo; una città che è uscita indenne dalle colate di cemento e dalle brutte periferie realizzate in tanti altri centri urbani negli anni Sessanta e ha mantenuto intatta sia la magia della parte medioevale e rinascimentale, sia la vitalità del nuovo centro costruito tra le due guerre mondiali. Bergamo è una città da assaporare passeggiando sul suo grande viale così come tra le stradine del centro in città bassa o in città alta; ed è con questo principio che Fondazione Sestini, Fondazione Bergamo nella Storia e Siad hanno realizzato la mostra “La città visibile”: dal 30 novembre 2008 al 20 settembre 2009, al Museo Storico di Bergamo Alta, fotografie, filmati d’epoca, oggetti “sorprendenti”, realtà virtuale, interviste, un laboratorio di lettura dell’immagine, invitano il visitatore a costruirsi un itinerario personalizzato in base ai propri interessi e alle proprie curiosità, passeggiando nella città virtuale ricostruita in mostra, sedendosi nel suo cinema o ai tavolini che riportano all’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta, interagendo con le immagini al tavolo multitouch.
Non una mostra fotografica, quindi, ma un’esposizione che, nelle mille e anche insospettabili risorse racchiuse nell’immagine fotografica, trova le chiavi per “vivificare” i luoghi, i volti, le diverse anime di una città che ha conosciuto, tra il 1870 e il 1960, gli anni del suo profondo cambiamento: dalla Fiera ai filobus, dalle gite fuoriporta della borghesia cittadina alle cucine popolari sul Sentierone, dalla costruzione del centro piacentiniano alla nascita dei quartieri popolari, dalle cerimonie pubbliche ai cortei di protesta, agli spettacoli dei burattini.
Ecco perchè “La città visibile” prima di essere una mostra è un laboratorio per il futuro Museo del Novecento a Bergamo.
La fonte principale alla quale la mostra attinge è l’archivio fotografico Sestini, ricco di 150.000 immagini e depositato presso il Museo Storico: una preziosità dovuta da un lato alla capacità di Domenico Lucchetti, alla cui memoria la mostra è dedicata, di raccogliere, in decenni di attività, il materiale fotografico e cinematografico necessario alla costruzione di una fototeca cittadina con ampi squarci su tutto il mondo, dall’altro alla sensibilità della famiglia Sestini, che, pure con proiezione imprenditoriale internazionale, ha voluto donare alla città la possibilità di riflettere sul suo passato, anche quello più recente.
Tra le prime fotografie presenti in mostra e riguardanti gli ultimi decenni dell’Ottocento e le ultime, realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del Novecento, trascorre meno di un secolo: le due fotografie ci restituiscono non solo spazi fisici mutati, ma diversi abbigliamenti, automobili al posto di carretti, filobus invece di tram trainati a cavallo e un vigile urbano che in mezzo alla piazza regola il traffico veicolare. Profondi cambiamenti che si possono riassumere in un dato: nel 1901 gli abitanti della città erano poco più di 46.000, nel 1971 erano ben 126.900.
Tra questi due estremi la mostra invita il visitatore a muoversi attraverso diversi percorsi tematici:
■ I VOLTI DELLA CITTA’: grandi riproduzioni e installazioni multimediali ripercorrono gli anni di grande cambiamento vissuti dalla città tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, quando Città alta perde tutte le proprie funzioni pubbliche e diventa un quartiere popolare, sospeso tra la magia dell’arte e il degrado, mentre Città bassa diventa il nuovo centro cittadino. Viene abolita la cinta daziaria, nascono i primi quartieri popolari, vengono costruite le nuove stazioni ferroviarie della Val Seriana e della Val Brembana, nasce l’autostrada Bergamo-Milano e Bergamo-Brescia e Marcello Piacentini riplasma il centro cittadino, suggellando la nuova immagine della città.
■ IL PIANO DI RISANAMENTO PER CITTA’ ALTA: la multimedialità anima un plastico originale del 1934 offrendo l’opportunità di passeggiare virtualmente tra le vie di Città Alta in corso di risanamento, scegliendo di farsi accompagnare da guide d’eccezione (da Bartolomeo Colleoni a Gaetano Donizetti, dal Santo Alessandro al viaggiatore La Lande e molti altri).
■ LA FUNICOLARE E I MEZZI DI TRASPORTO CITTADINI: Modellini funzionanti e fotografie ci portano a riflettere sul profondo ruolo culturale che i mezzi di trasporto hanno avuto e hanno nella città: distanze, anche culturali, che si abbreviano, intere aree della città che si popolano e prendono vita grazie ai collegamenti tramviari.
■ LA CITTA’ IN GUERRA: fotografie inedite documentano come la città, che pure ha la fortuna di non essere mai stata bombardata pesantemente né durante il primo né durante il secondo conflitto mondiale, ha vissuto il momento bellico.
■  I VOLTI NELLA CITTA’: su un grande tavolo interattivo il visitatore può virtualmente sfogliare album fotografici dedicati al lavoro, ai volti e alla vita quotidiana della città – dalle cerimonie pubbliche ai cortei di protesta, dalle processioni religiose ai mercati fino ai flussi turistici – e visionare filmati inediti degli anni’20 -’30, dalla prima partita giocata dall’Atalanta nel 1928 nel nuovo stadio, all’inaugurazione dell’autostrada fino alla prima corsa con le macchine di sapone lungo le Mura.
■ BARACCHE E BURATTINI: una baracca storica dei burattini, un tempo vera e propria “tv” dei bambini, all’avvicinarsi dello spettatore si anima con una divertente esibizione degli amatissimi burattini del Giopì e della Margì.
■ ANDIAMO AL CINEMA: il visitatore è accolto da un vero e proprio cinema allestito con arredi originali degli anni ’50, dove potrà assistere alla proiezione di filmati inediti – realizzati dal Cine Club Bergamo e digitalizzati per l’occasione – per rivivere l’euforia delle vittorie storiche dell’Atalanta, le inaugurazioni dei Musei della Cittadella, le gare ippiche al Parco Suardi, la prima pietra del quartiere popolare al Monterosso, la partita Atalanta-Juventus nello stadio rimodernato
■ IL GIOCO: il flipper e l’antico gioco del “pirlì”, due oggetti simbolo del tempo libero degli anni ’50, raccontano il passaggio dalla civiltà contadina alla città legata all’industrializzazione. Nell’ambito della mostra sarà poi programmata un’intera giornata dedicata ai giochi del periodo storico considerato.
■ IL SECONDO DOPOGUERRA: seduto ai tavolini di un caffè d’altri tempi, il visitatore respira l’atmosfera del Sentierone degli anni ’50, ascoltando il punto di vista sulla Bergamo degli anni ’50 e ‘60 di sportivi, giornalisti, artisti, insegnanti (Bruno Bozzetto, Pino Capellini, Giuseppe Casari, Mario Donizetti, Anna Fustinoni) che, grazie a proiezioni olografiche su grandi schermi, appaiono e scompaiono dalla “scena cittadina”. Al tavolo multitouch, inoltre, si possono sfogliare, ingrandire, confrontare immagini e dettagli.

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