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Mistero a Vertova: donna uccisa in casa

Si indaga a tutto campo per scovare l'omicida di Mariagrazia Pezzoli, la donna 45enne trovata priva di vita ieri pomeriggio nella propria abitazione di via Cinque Martiri a Vertova, dove ha sede anche la ditta del marito Giuseppe Bernini, imprenditore e assessore allo Sport. In corso un vertice tra il sostituto procuratore Carmen Pugliese e il nucleo operativo provinciale dei carabinieri, Giovanni Mura.

Si indaga a tutto campo per scovare l’omicida di Mariagrazia Pezzoli, la donna 45enne trovata priva di vita ieri pomeriggio nella propria abitazione di via Cinque Martiri a Vertova, dove ha sede anche la ditta del marito Giuseppe Bernini, imprenditore e assessore allo Sport. La donna è stata trovata attorno alle 15,30 nello studio di casa, nei pressi dell’ingresso e del garage, proprio dal marito, che era appena rientrato da Meda dove si trovava per lavoro.
E’ giallo: il caso è ancora irrisolto. Ora è in corso un vertice tra il sostituto procuratore Carmen Pugliese e il coordinatore del nucleo operativo provinciale dei carabinieri, Giovanni Mura.
Ieri sera sono state ascoltate tre persone, due senegalesi di 36 e 35 anni e lo stesso Giuseppe Bernini. Tutti sono usciti dalla caserma dei carabinieri di Fiorano dopo ore di deposizione. I primi accertamenti si sono concentrati soprattutto sull’azienda di Bernini e su alcuni licenziamenti effettuati dalla stessa impresa tra novembre e dicembre 2007.
I fatti: alle 10 del 24 luglio Giuseppe Bernini chiama la moglie da Meda, dove si trova a lavorare. La ValCop Sas, di cui è titolare, si occupa di rivestimenti in metallo dei tetti di molti capannoni. Bernini, assessore allo Sport e sposato con la Pezzoli da 25 anni, ricorda alla moglie che nel pomeriggio sarebbe rientrato per andare con lei dal notaio di fiducia: la coppia avrebbe dovuto firmare gli atti per il passaggio di proprietà della ValCop dal marito alla moglie. Dopo mezzogiorno Bernini pranza sulla strada del ritorno verso Vertova.
Alle 13,15 due testimonianze importanti: un giovane di Vertova nota nei pressi dell’abitazione di via Cinque Martiri 65 un uomo di colore alto circa un metro e 85 centimetri. Alla stessa ora Mirella Civino, una donna che abita nello stesso caseggiato di tre piani dei Bernini e collabora con l’azienda ValCop, nota anche lei un uomo piuttosto alto, di colore, che si allontana dalla porta di casa: “Sapevo che c’era solo Maria Grazia in casa, ma non ho sospettato di nulla – racconta -. L’uomo non si è allontanato correndo”.
Quindi a casa arriva Giuseppe Bernini: “Ho chiamato mia moglie e non rispondeva. L’ho cercata per casa senza trovarla finché non sono arrivato nello studio. Era sdraiata a terra, a pancia all’insù, in una pozza di sangue. Non sono più riuscito a far niente e ho chiamato una parente”. Immediata la telefonata al 118, ma i medici intervenuti sul posto non possono far altro che constatare il decesso della donna: all’altezza della carotide Maria Grazia Pezzoli ha uno squarcio profondo. E’ morta dissanguata nel giro di pochi minuti. La vittima è vestita regolarmente: jeans e una canottiera sporca di sangue per la ferita alla gola.
I rilievi della sezione scientifica dei carabinieri di Bergamo sono iniziati subito dopo, attorno alle 16. L’attenzione degli investigatori, oltre che sul corpo della vittima e sul disordine rinvenuto all’interno dello studio di casa, al piano terra, si è concentrata anche su un particolare: un riquadro in vetro che compone la finestra dello studio stesso, affacciata sulla strada, risultava frantumato. Rotto probabilmente dall’esterno, con un colpo di gomito e di un palmo di mano: un particolare che potrebbe far pensare che Mariagrazia Pezzoli possa aver opposto un rifiuto a qualcuno che voleva entrare in casa. Fatto sta che quel qualcuno si è sicuramente ferito rompendo il vetro.
E’ stato attorno alle 6 che i carabinieri hanno fermato a Vertova, in via Cavour, un senegalese di 36 anni, licenziato a dicembre 2007 dalla ValCop (è quanto lui stesso ha affermato di fronte al magistrato): l’uomo è rimasto in caserma, a Fiorano al Serio, fino alle 23, e poi rilasciato. Alle 20,30 è stato raggiunto da un altro senegalese, 35 anni, residente a Gazzaniga (disoccupato ed ex dipendente della ValCop anche lui): ascoltato, è stato rilasciato con il connazionale dopo quasi tre ore. I due avrebbero fornito alibi credibili.
Sempre alle 20,30 è iniziata la testimonianza di Giuseppe Bernini, terminata solo alle 23,30, quando anche il sostituto Pugliese e il capitano Mura hanno lasciato la caserma. L’imprenditore e assessore allo Sport ha raccontato agli inquirenti di non essere mai stato minacciato direttamente dai suoi dipendenti. Circa cinque mesi fa aveva avuto un diverbio con un ex dipendente.
Nessun fermo. Le indagini proseguono a tutto campo. E’ certo, comunque, che la scomparsa di Maria Grazia Pezzoli è da far risalire ad un orario tra le 13 e le 13,30 del 24 luglio. Restano dubbi sull’arma del delitto: nell’abitazione non è stato trovato alcun coltello sospetto. L’attenzione si concentra su alcuni pezzi di vetro. Ma è ancora giallo.
La ValCop Sas, come ha raccontato Giuseppe Bernini, conta circa 15 dipendenti. Attualmente tre di loro sono immigrati. A dicembre però, almeno tre immigrati senegalesi, erano stati licenziati e avevano protestato anche in modo piuttosto acceso con l’imprenditore.
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